giovedì 3 novembre 2016

Shop Exit

Una chiusura al giorno, toglie i negozi di torno. Il detto non è proprio quello originale che parla di mele e medici, ma ben si adatta alla nostra realtà commerciale cittadina. Così dopo l’annunciata chiusura di Tre Soldi di Paglia, ora anche il fiorista del Borgo S. Andrea cessa definitivamente l’attività. Altri due negozi storici che evaporano, in attesa di assistere a cosa succederà in questo Borgo una volta avviata la macchina Acquarena. Il quadro è noto; musealizzazione (?) del centro, difficoltà nel raggiungerlo, parcheggi a pagamento e soprattutto tante contravvenzioni; per la nostra sicurezza, si intende. Se poi aggiungiamo il fatto dell’aver favorito i centri commerciali, e spinto in quei siti il flusso degli acquisti il quadro si completa, e lo “shopping night”, non si capisce perché sia meglio di “acquisti di sera”, appare come un’aspirina somministrata ad un malato terminale. Poi qualcuno ci dirà che quel che accade è fisiologico, e che i dati in possesso dimostrano il contrario, come quello che accade a livello di ordine pubblico. Questo contesto rende un senso di precarietà, ed è sintomo di una città che non ha più quel minimo di identità sociale che le mille distrazioni hanno sempre faticato a creare. Se questa situazione è da attribuire alle scelte politiche, vediamo per contro che chi le ha attuate ha, o ha avuto, altre certezze. E queste oggi più che mai discendono dalla politica stessa, perché fatta come mestiere ad ogni livello. Ben retribuito, privo di conseguenze in caso di errori o tutt’al più si rischia un trasferimento altrove in qualche altro posticino sicuro, esente da licenziamenti o crisi aziendali. Poi se, come si dice, “trombati”, un incarico alla presidenza di Aeradria non si negava a nessuno (o quasi); ma quando Aeradria ancora c’era. Ma questa è un’altra storia. 
S. De Vita