martedì 15 novembre 2016

Sostenibilità

Con l'ultimo editto autocelebrativo del Palazzo, Rimini è una città più sostenibile. Apro il dizionario della lingua italiana e leggo il significato: “che si può sostenere”, con cosa mi domando? Poi la velina girata ai quotidiani locali, continua riportando che l’Amministrazione sta lavorando, per diminuire il tasso di smog ancora alto nonostante la rete ciclabile di 14.31 metri ogni 100 abitanti, destinata a potenziarsi prossimamente, come avvenuto finora con interventi improbabili spesi come piste ciclabili. Dio ce ne liberi. La Romagna è terra di bicicletta, e pure Rimini non è esente da questa peculiarità. Non sono le ciclabili che fanno incrementare i ciclisti, chi usa quel mezzo appartiene ad una categoria, me compreso, che numericamente è sempre la stessa. La percorrenza è a basso e medio raggio, e pochi si sognano di venire dalla campagna fino in città a fare spesa. Quale spesa poi visto lo scomparire delle attività commerciali. Chi si muove in automobile continua ad usarla come sempre, anche se attanagliato da una viabilità pessima e dal costo esoso dei parcheggi. In sostanza, questa non è una cura ma la solita propaganda a buon mercato. Tornando alla sostenibilità, intesa in senso lato, mi sembra che il degrado del centro non coincida affatto con quell’intento. Ma qui nessuno se ne cura, mancano risposte agli ormai episodi ricorrenti che passano dalla chiusura delle attività commerciali storiche, agli schiamazzi notturni e via dicendo; un vero e proprio centro di – vino. Accennando, per concludere, agli ormai tradizionali fatti di microcriminalità e prostituzione, oppure alla sostenibilità di quella zona una volta edificata Acquarena. Sempre gli stessi temi purtroppo, ma emergono pruriginosamente ogni qualvolta dal Palazzo esce il solito comunicato, qualsiasi sia l’argomento, attesta che i suoi occupanti sono … bravi, belli e buoni. Invece la Città si "sostiene" sempre peggio.
 S. De Vita