giovedì 5 ottobre 2017

Datemi una Topa

E vi solleverò il membro. Diciamocelo siamo entrati nel vivo della campagna elettorale e il grande fratello non è da meno, visto da quale tv sia da decenni somministrato. Il dato più preoccupante sono i due milioni di ascoltatori al televoto ogni settimana per eliminare l’inutile idiota di turno. Magari votare quando lo sancisce la costituzione no? Si, proprio il grande fratello vip , quello che “datemi una topa e vi solleverò il membro”. Quello seguito per lo più da un pubblico giovane, il futuro dell’Italia, che si riversa sui social con lo slogan “ fate largo ai giovani anche in politica e nel lavoro perché siamo stufi dei matusa”. Quel grande fratellino che anche quest’anno ha deciso di seguire il copione dei precedenti . Stuolo di vipparoli da hard discount, più o meno sconosciuti, poracci in cerca di racimolare due soldi frammisto a ex personaggi all'imbocco del precipizio dell’oblio più totale . Quest’anno infarcito pure dai “figli e fratelli di…” e proprio per questo motivo fatti passare per tali, nel mondo castale di decotti nostrani! Stessi temi mai più senza di ogni edizione: omofobia volgarità bestemmie. Se dovessimo usarlo come metro sociale, nulla di più “scoreggiante”. Una visione desolante e pecoreccia di una Italia avvitata su se stessa che non solo ha smarrito la strada ma non sa neppure quale intraprendere . Cartina di tornasole di un analfabetismo di ritorno giocato tra due estremi: tra dislessia alla Carmen di Pietro a una cultura da Bignami alla Simona Izzo e nel mezzo il deserto di giovani barbari con corpi obnubilati e farciti di poppe ostentate, fregne ammiccanti, muscoli plastificati e improbabili tatoo . La casa del “luogo comune” che piace così tanto all’italiano medio abitante dei social, che si indigna per qualsiasi titolo di stampa allarmistico di regime che possa turbarne i sonni. Bandito quindi ogni discorso su politiche del lavoro, tensioni geografiche ed economia micro e macro perché il grande problema sociale sono ancora una volta i gay! È toccato all’omofobo di turno Marco Predolin più preoccupato per l’attentato alla sua masculinità piuttosto che a quarantacinque anni essere andato in vacanza con una Michelle Hunziker minorenne, per poi ricattarla a sentire lei, quando divenne famosa. E giù di perle di saggezza: “non tutti i gay vogliono fare le donne, alcuni sono normali”, “prendiamo Malgioglio, lo mettiamo sul rogo come Giovanna d’Arco”. “Ma quanto se la mena Malgioglio con questa storia che è gay, parla al femminile, io ho paura”. “No, quello va bene alla produzione”. Di contro un Malgioglio sempre nel ruolo del gay perseguitato ma sempre rassicurante e politically correct. Insomma i gay sono ritornati nell’agenda politica delle destre, visto che i migranti li abbiamo fermati, per ora, con un bel tappo di milioni di euro da Minniti. Per cui la morale dunque è fatta perché ai gay si può dire qualsiasi cosa che tanto la polemica fa audience e quelli ci guardano lo stesso mentre i cattolici no, che non fa scic. Mannaggia al blasfemo Predolin che si giustifica dichiarando di non sapere cosa significhi la parola. Però intanto i concorrenti che gli avevano fatto da spalla, per non tacere dell’oca giuliva Giulia De Lellis che dichiara di aver paura di prendere malattie fumando una sigaretta che è stata in bocca a un gay e che un gay non può che allevare figli gay, restano nella casa senza problemi. Ecco svelata dunque l’agenda politica delle destre per la prossima campagna elettorale.
 @TuCo .