mercoledì 11 ottobre 2017

Prematuro

E' prematuro capire se ci sia qualcosa di più articolato dietro al fatto di cui lapidariamente dà conto la stampa in relazione ad un albergatore che avrebbe, anzi "ha", portato una busta contente 1.500 euro in Prefettura, "per ringraziare", a quanto si legge, di aver avuto "clienti", per i periodi di bassa stagione credo, ossia profughi per un conto finale di circa 40.000 euro saldato dallo Stato italiano, ma a mio parere questo fatto non può neppure passare come viene descritto e spiego. Ciò anche nella ipotesi (forse meno probabile) ventilata che si trattasse di caso isolatissimo, raro, anzi unico, una eventualità possibile, forse non probabilissima come si dice per comprensibile prudenza, ma possibile. Da questa ipotesi la stampa iper prudente, passa alle conclusioni che si sarebbe trattato di una persona che, diciamo così, era in buona fede, pensava che tutto sommato portare soldi a chi decide, chi si becca i profughi che valgono tanto oro quanto pesano come toccano il suolo italiano fosse cosa normale, una ingenuità. Ebbene: comunque stiano le cose (lo appurerà l'inchiesta aperta, unico indagato l'albergatore) giammai, e vengo all'uopo, si potrà pensare che una persona che gestisce un albergo abbia al tempo stesso il cervello di un bambino di due anni e non capisca che trattasi, parlando in astratto, di corruzione, bustarella e/o reati connessi! Ed è sconcertante, pur in un'ottica di prudenza comprensibile, causa le poche (ma certe!) notizie sull'episodio, che si tenti di minimizzare, in modo così sciocco, come se questo tizio fosse un sub-normale che non fosse cosciente che stava portando una mazzetta come dire... "al sud usa così"... Non è credibile e anzi è assolutamente inverosimile. Che poi fosse il gesto di uno che aveva preso fischi per fiaschi, che fosse tentata corruzione, o concussione parlando in astratto, se dietro ci sia un sistema Rimini, un sistema Italia che funziona in parte non lo sappiamo. Ma comunque è un fatto grave, per due ragioni almeno. La prima è che difficilmente uno prende una iniziativa simile "motu proprio", ossia se non è "sollecitato", diciamo, scartata l'ipotesi che sia persona insana di mente che va in Prefettura con una mazzetta senza sapere cosa sta facendo come fosse un bracciante lucano analfabeta che casualmente è inserito nel tessuto economico ricettivo riminese, in questo sta l'incongruenza. La seconda ragione sta nella possibilità che questo episodio sia solo come si dice la punta di iceberg, ossia che il fenomeno esiste, ed è diffuso, anche a Rimini, e questo lo stabiliranno le inchieste. Ma che in questa Italia in grave crisi economica che si permette di pagare l'albergo agli africani italiani di domani, mangi quella minestra o salti dalla finestra, una quota di persone si sia buttata nel business dei profughi/migranti/richiedenti asilo, ne dà conto, clamorosamente ai miei occhi, anche Google fornendo le ricerche di chi tenta quella strada per riempire l'albergo, il B&B e addirittura casa. Da "Ostenda d'Italia, con la sua spiaggia dorata e finissima": forse gli albergatori una riflessione dovrebbero farla, specificando che a me gli amici neri non danno alcun fastidio anche se ci sono tanti e tanti "però" in sospeso sulla questione, sia generale, sia particolare, per quanto riguarda Rimini.
M.S.A.