sabato 28 ottobre 2017

Riccione

Ho scritto (quasi) sempre bene del Sindaco Tosi e l'avrei votata se fossi stato un residente anche di passaggio. Ho conosciuto l'amara parabola (discendente) di un partito una volta fortissimo diventato una parodia interpretata anche male. Tanti amici (fidati) mi tengono aggiornato sul cambio epocale e sulle ragioni (vere) che lo hanno determinato. Quello più caro esercita la professione dell'albergatore senza l'aiuto dei finti profughi, una specialità tutta riminese e..lisiana. Ieri, assolutamente per caso, l'ho incontrato. Dopo il rituale e caloroso abbraccio tra reduci anagrafici è partita la raffica di precise domande su alcuni punti che non mi tornavano. Cosa sta succedendo a Riccione? Non spaventatevi, a Rimini non lo avrei chiesto. E' già successo di tutto e la passerella non è ancora finita. Il suo sfogo è durato due minuti, densi di delusione. Amministrare senza una programmazione condivisa è sintetizzabile dall'incontro funesto e contagioso con la "mediocrità" riminese. Ho letto (mercoledì 25 ottobre) lo sfogo "globale" degli albergatori. Un segnale importante, questi imprenditori hanno rilevanza, esercitando un'attività in un contesto ancora appetibile. Prima che diventi una protesta dilagante, la "politica" deve avere la forza mostrata nel recente passato ed affrontare i temi proposti. Mi permetto un consiglio: smettete con le "serre" chiamate cupole. Per quanto riguarda il Marano, farsi promotrice, non un carrello trainato da Pizzolante, di un rinnovamento radicale dell'uso di un'area che non ha eguali nella nostra provincia. Arrivo alla spiaggia. Il parcheggio interrato non serviva e non serve. La sovrastante passeggiata, preda di calure insopportabili e geli invernali, viene usata per qualche sporadico struscio domenicale. Non giocate anche voi sulla rendita di posizione. L'attuale lungomare deve essere come quello (più ampio) riminese, una parte fondamentale della riqualificazione demaniale. I bandi si faranno anche se non vuole Arlotti ed avranno conseguenze ancora non immaginabili. Sul piano ambientale, destinato ad avere sempre più importanza, queste passeggiate cementate non sono altro che la deriva culturale di quello costruito negli anni 60/70. Le strade marine originariamente erano spiagge o dune, messe da parte impossibili rinaturalizzazioni è però importante riportarle nel contesto dei servizi alla balneazione. Sul piano economico, grazie ad allargamenti e razionalizzazioni puoi arrivare al raddoppio dell'esigua spiaggia riccionese. La più bella passeggiata è quella (naturale) in riva al mare.
P.S. La speranza, ormai persa per la mia città, è che Riccione rimetta al centro delle sue proposte l'unico prodotto che interessa all'industria turistica. Non imitando le cretinerie riminesi. Basta una città per lo sballo. Finisco: perchè assegnare ad un gruppo di architetti (spagnoli) il compito di formulare la proposta? Una volta si diceva che era la politica a scegliere e il tecnico eseguire. A cosa serve andare a votare?