giovedì 26 ottobre 2017

Il Giurista

Dice il giurista che la Legge italiana non è preparata ad affrontare "casì così gravi" riferendosi all'incidente stradale di Riccione e quello che ne è seguito. Che la cosa sia grave è fuori discussione in quanto anche se essa s'inserisce in un filone dai contorni sfumati ma avente come denominatore comune mostrare immagini raccapriccianti, con qualunque finalità. Ma casi simili non sono poi così tanto frequenti nel mondo, tanto che non mi pare di averne mai letto. Non metterei nemmeno in croce al punto da minacciarlo come ho sentito l'autore dello sciagurato gesto essendo per me più un caso di competenza della psicologia, della sociologia prima ancora che della Giustizia, pur essendoci evidentemente anche un profilo penale e come si sa è indagato per diffusione di immagini raccapriccianti. Penso che la cosa sia così complessa che è molto difficile trattarne "per sommi capi" per cui provo a fornire spunti di riflessione per chi lo vorrà. Anzitutto una persona che sia al 100% psicologicamente e non sia sotto l'effetto di sostanze non fa una cosa simile soprattutto se non è un quindicenne ma un giovane adulto. Pertanto esiste un profilo psicologico della vicenda perché 1/1.000.000 si sarebbe comportato in quel modo, e di questo occorre tener conto. Poi occorre dire che il fatto è stato reso possibile in quanto tutti noi (cosa sottovalutata di gran lunga e che ha grandi effetti), tutti noi oggi giriamo con una telecamera in tasca, quella del telefonino e questo ha reso possibile la cosa, 20 anni fa non sarebbe successo. Inoltre per quanto riguardano i media vengono in mente 1) la tv del dolore c.d. e 2) il giornalismo di guerra, tante volte i direttore di giornali e telegiornali son chiamati a decidere se pubblicare o non pubblicare immagini, per esempio dalla guerra Ex Jugoslavia arrivarono video non molto dissimili da quelli che ha pubblicato il riccionese, anche se a scopo documentativo di informazione, ma alzano anche l'audience, quindi un capitolo arcinoto di riflessione enorme. Poi si inserisce la questione che oggi non a questi livelli ma esiste un genere "social" che consiste nel riprendere episodi di incidenti, disgrazie etc. oppure scambiarseli o siti che ne propongono e che sono la evoluzione di quelli che si chiamavano anni fa "snuff" ancora presenti, ossia intrattenere l'internauta con immagini o riprese di morti, autopsie etc. Quindi questa cosa accaduta a Riccione cade su un terreno fertilissimo per quanto essa a mio parere sia molto estrema e grave, anche rispetto a quelle citate. Poi c'è la questione Facebook che è sostanzialmente non dico immorale ma almeno a-morale: deve fare utili, certo Zuckreberg fa beneficienza ma tutto sommato non si pone esempio alcun problema se una persona diventa eccessivamente "invischiata" sul suo social come pare fosse questo ragazzo visto quello che ha fatto e mai ti domanderà se non lo stai usando troppo e mai sarà possibile controllare i contenuti di 2 miliardi di utenti. Questo solo poche fa le tante materie di riflessione sullo scellerato gesto, mille ne tralascio. 
Pepp