giovedì 3 gennaio 2019

D'Essai

Uno degli svaghi delle serate feriali, a cavallo tra gli anni 60/70, era il cinema d'essai. Proiezioni a sfondo sociale, difficili da capire e digerire, ma osannate. Per fortuna è arrivato De Laurentis. Il bello arrivava alla fine con l'obbligatoria discussione. Spassosa panoramica con protagonisti che pur non avendo capito un ca..si rifugiavano dietro il politicamente (allora) corretto, sfarfugliando opinioni, inquadrature, dialoghi e musiche per tutte le stagioni. Era un obbligo, in particolare per gli extraparlamentari, allevati all'ombra della "cappelletta" di P.zza Tre Martiri, consegnarsi come intellettuali da biblioteca. Quelli veri erano due/tre e sono rimasti. Gli altri hanno fatto una carriera borghese, ma ricca, grazie alla sinistra (moderata) che governava. Una Riminiscenza spinta dall'apparire oggi di altri fenomeni (?) sulle pagine della cronaca cittadina. Politici camuffati da statisti, senza la minima conoscenza delle realtà che amministrano o rappresentano in parlamento. Allora definirsi compagni era una salvifica password, però quando arrivava il giorno dell'esame, anche facile, per entrare in quartiere, molti..fallivano. Oggi essere cittadino è già una garanzia. Il resto te lo regala il movimento. C'era sempre qualcuno che ti costringeva al confronto, Quando pensi che Santi è diventato presidente della provincia, riesci a capire meglio il cambio dell'atmosfera. Una triste realtà, tutti gridano alla rivoluzione. Prima quella di un bulletto toscano, poi il napoletano, rimane la possibilità di concedere fiducia solo alle quattro giornate del..Milanese.