mercoledì 23 gennaio 2019

I ministri di una volta

Certo non ci sono più i ministri di una volta. La bistrattata prima Repubblica con i suoi difetti era retta da personaggi politici che fanno sembrare nani quelli attuali. Siamo passati da una politica popolare ed interclassista che non lasciava indietro nessuno, a governi dell’odio di classe post comunista e del tacco 12. Agli attuali possiamo riconoscere la buona volontà accompagnata ad una dose di pressapochismo… ma questo è. Venendo all’ambito locale e prendendo come esempio, ma solo per semplicità, un fatto recente parliamo dell’inaugurazione del SIGEP. È prassi in questi casi invitare il ministro della filiera competente. In questo momento i rappresentanti del governo sono tutti leghisti o grillini e quindi obtorto collo gli organizzatori fieristici sono costretti a relazionarsi con loro. E qui sorge il problema per il nostro amabile, magico, inimitabile ex renziano sindaco di Rimini, il quale non può distribuire a larghe mani le amichevoli “pacche sulle spalle” ai Renzi-Bersani- Veltroni-Fassino ecc. di turno. Anzi i nuovi ministri in carica si guardano bene dal farsi fotografare con il nostro”magico”, il quale di conseguenza colpito nel proprio ego smisurato, appare sempre più scocciato da questa congiuntura politica che lo esclude dagli “amorosi sensi”. Per dirla schietta ci soffre come una bestia. I rappresentanti del governo insomma gli stanno alla larga, come dire non lo filano proprio: purtroppo sono questi i ministri che si deve “zuzzare” e la cosa lo infastidisce. Quando finirà questa congiuntura negativa per il partito del sindaco? Certo le previsioni in occasione delle consultazioni europee non sono rosee per il PD, che sembra destinato ad un’altra, ennesima, tranvata. Il nostro pifferaio magico, furbescamente è salito sul “carro zingarello” cercando di portare via il pallone alla Emma Petitti ed allo zio Melucci, ma è molto difficile per il nuovo segretario in pectore (Zingaretti) ribaltare la deriva giallo-verde e fidarsi degli “amici” dell’ultimo minuto. Cosicché il nostro “puntino sull’Adriatico” è ancor più destinato a sprofondare nel suo dire sconclusionato, ad esaurirsi nelle sue proverbiali dichiarazioni ed infine sarà costretto a specchiarsi solitario in una realtà che non corrisponde ai suoi desideri. Lui ed il suo ex caro amico ciclista sul ponte di Tiberio Renzi, rischiano uno di fare bagno in Arno, l’altro nella Marecchia. Finirà così una triste storia politica che ha consentito agli ausiliari di considerarsi titolari, alle ballerine di truccarsi da primedonne, ai nani di nominarsi giganti per volare tutti insieme su immaginari tappeti volanti persiani. La politica è una cosa seria e va trattata con cura, evitando di usarla come ascensore per le carriere personali. Presto chi campa di sola politica, da queste parti dove un tempo il “partitone” distribuiva pasti, ruoli, lavoro ed incarichi, sarà destinato alla fame. E non è detto che alla Caritas diocesana ci sarà pane per sfamare tutte le bocche. 
Don Camillo