lunedì 28 gennaio 2019

Le phisique du role

Chi lo conosce bene, diceva che non era adatto a fare il sindaco, perché era irascibile, presuntuoso e dunque inadatto a interpretare il ruolo di primo cittadino. Sempre qualcuno diceva che era meglio il suo gemello del goal Gigi Bonadonna, il quale consigliato molto male, prese definitivamente le strade di Hera. Poi entrò a gamba tesa zio Melucci e Gnassi fu. In seguito i timori che non fosse la persona giusta sono stati confermati recentemente, quando ha sbroccato non nei confronti dei rappresentanti delle opposizioni locali, ora maggioranza di governo nazionale, ma addirittura contro Prefetto e Questore! Rei, secondo le accuse del sedicente unico rappresentante del popolo elettore, di aver accompagnato alcuni sottosegretari e parlamentari del governo nazionale a visitare luoghi e sedi sensibili, collocate sul suolo del Comune di Rimini. E soprattutto, udite udite, di aver organizzato questo sopralluogo a sua insaputa. Addirittura, senza la sua augusta presenza. Insomma un’altra, smisurata e insopportabile autoconsiderazione che lo ha spinto ad esternazioni assolutamente fuori luogo per cui all’autore non si può che consigliare una camomilla potente. Le Istituzioni sul territorio sono, per fortuna, divise e diversificate, appunto per evitare la concentrazione di poteri, funzioni e ruoli che potrebbero nuocere alla democrazia se risultassero in mano ad una sola persona. L’ex dalemiano, l’ex veltroniano, poi bersaniano, renziano ed ora zingarettiano, se ne deve fare una ragione: è tramontato il tempo dell’accondiscendenza dei rappresentanti governativi, compagni e sodali del Sindaco di Rimini. Conferenze stampa dove i piddini se la cantavano e se la suonavano come se non esistesse altra parte politica in grado di controbattere alle facezie propinate. Esternazioni sconclusionate millantate per affermazioni intelligenti da una stampa leccaiola e da compari di partito miracolati da incarichi governativi e parlamentari. Ora è un tempo diverso, nuovo e pieno di incognite per chi era abituato a considerarsi pifferaio, principe o burattino per ogni alito di garbino che soffi su Rimini. Per fortuna ci sono nuovi attori che possono a pari titolo, con altri ruoli istituzionali, bilanciare un potere e una visibilità che francamente da tempo stonavano con il profilo di un sindaco che non brilla dal punto di vista culturale e soprattutto umano. Dopo l’ultima sganasciata esternazione, si ha la conferma di ciò che alcuni compagni del vecchio partito gli attribuivano. Non ha le physique di role. Per fare il sindaco ci vuole ben altro che le scarpe lucide, la bicicletta di moda in tinta con la cravatta e la giacchetta attillata. Sulla testa e nella testa di un buon sindaco, oltre ai capelli, ci vuole umiltà, moderazione e l’intelligenza di capire che c’è un limite a tutto. Un sindaco, oltre al saper dire, deve comprendere quando è il momento di tacere! Dote assai rara in un tempo caratterizzato da lingue sciolte che spesso non vanno di pari passo con l’intelligenza. 
Don Camillo