venerdì 11 gennaio 2019

Tutto Vero

Già che ci sono vorrei dire due parole telegraficamente sull'annosa questione Ceis/Anfiteatro di cui si discute questi giorni. L'espressione chiave sembra essere "titolo edilizio": in Italia e non solo Italia o te tu ce l'hai oppure arrivano salviniane ruspe e in una mattinata ti buttano giù tutto come è accaduto es. al povero Bar Tricheco che a mio parere, era "identitario" di Rimini al pari del Ceis "Remo Bordoni", gusti miei. E già altri ha ricordato come il Comune si faccia vanto proprio questi giorni di tolleranza zero verso gli abusi edilizi e parrebbe che buona parte degli edifici dentro... l' “enclave” ex italo-svizzera questo benedetto titolo non ce l'abbia. Ma come si diceva una volta il problema è a monte: e come giustamente ha osservato Gioenzo Renzi, che avendo non poche primavere sulle spalle verosimilmente conosce meglio di tutti le vicende del Ceis: (cito a memoria) quel titolo anche se tu l'hai non ti sarebbe dovuto esser stato concesso e quindi te lo puoi mettere dove non batte il sole in quanto in Italia sulle aree arecheologiche non-si-costruisce, ciò a norma di legge; pertanto a mio parere titolo o non titolo, spiace dirlo, tutto il complesso Ceis, le ex baracche diventate edifici in cemento armato, in via teorica, potrebbe essere abbattuto domattina, questo in ragione del fatto che se è stato concesso titolo edilizio fu un "errore", chiamiamolo così, e quindi quel permesso è nullo parlando da non-giurista. Come non puoi dare il permesso di costruire o dentro il Colosseo allo stesso modo non puoi costruire neppure un gazebo sopra l'area archeologica Anfiteatro, e questo vale 10 volte più in Italia che altrove nel mondo, in Italia dove l'enfasi sui beni culturali è esasperata all’inverosimile ed è recepita dalle norme in vigore, a torto o a ragione, e dove anche una casetta primi secolo scorso è tutelata e anche se ne sei proprietario se vuoi fare lavori interviene dal par suo la Soprintendenza e ti blocca quindi figurarsi se puoi occupare 3/4 del perimetro di una struttura romana del II sec. mi pare: nemmeno tu fossi... diciamo una Conad che pure ha costruito ("'ta zitto 'ta zitto") nell'area archeologica ex fiera, potresti. A queste considerazioni banali e su cui è impossibile dissentire ne aggiungo di mie per quel che so di opinioni e fatti. Ebbene anzitutto cambiato governo con l’aria che tira, con la Giunta Regionale in scadenza, i vertici del Ceis si dimostrano oggi molto più malleabili e possibilisti in quanto solo un paio d'anni fa l'ex. onorevole Filippini, Cda Ceis, mostrava una arroganza e un disprezzo delle leggi del tutto fuori luogo a fortiori per una struttura educativa affermando che il Ceis cascasse il mondo da lì non si sarebbe giammai spostato e affermando che con i suoi... "superpoteri" lo avrebbe fatto diventare (sic) sito Unesco pur di averla di vinta. Oggi il saggio Direttore si mostra molto più cauto visto il pericolo concreto che la scuola sia demolita. Anche perché vi è molta falsa retorica attorno a questa struttura d'istruzione paritaria e privata. Per come la vedo io quello che di meritorio avevano fatto nell'immediato Dopoguerra e poi negli anni successivi diventato, scusate la parola, ma era così, uso un vocabolo in disuso di un'Italia molto più spiccia e poco incline a far sconti a chi aveva problemi "le differenziali" di Rimini che accoglievano quelli che non trovavano spazio nelle altre scuole se la sono mangiato con la svolta di asilo e scuola snob per la sinistra riminese avvenuta nei primi '80. da quando le rette sono lievitate essendo le più alte di Rimini, quando per entrarvi dovevi essere accreditato a un certo giro, quando la progressività delle rette stesse rispetto al reddito è diventata molto soft mi dicono, quando la zona ha cominciato a riempirsi di jeep con mamma che ritirava il figliuolo e le baracche di legno erano solo un pallido nonché stridente ricordo. Per dire due parole conclusive (a parte che sono mancati ormai tutti coloro che la scuola l'hanno fondata e anche quanti l’hanno gestita nella prima e nella seconda fase quando era realtà molto più modesta: Zoebeli, Iacobucci e sorella…), detta scuola non ha più nulla delle sue origini essendo diventata l'esatto opposto e pertanto non può invocare uno statuto di specialità rispetto ad altre private (non avendo poi neanche sviluppato un metodo come dire una scuola montessoriana etc.), e non è un ente benefico: se il piccino non paga la retta aria! Infine abitando in zona un ricordo personale. Negli anni '70 si vedeva qualche sparuto turista straniero che con cartina in mano cercava l'Anfiteatro e qualche negozietto nei paraggi, pensate un po', vendeva souvenirs; ma non lo trovava avendo ormai già il Ceis "oscurato" l'Anfiteatro; ed io che giocavo nel cortile di casa dicevo loro indicando con lo sguardo il Ceis e agitando mano ed indice verso il basso con la mia s romagnaola: "sssötto, sssötto: è lì sssötto".
 Adone M. Amati