venerdì 25 gennaio 2019

I Soci

I "Soci" dopo settimane in silenzio da sudditanza, chiamati in causa dal dimissionario Marzotto, sono stati costretti a fare sentire la loro voce. Se leggiamo chi sono i firmatari uno potrebbe intravedere i resti del Pd che contava. Gnassi ha fatto firmare la lettera anche al suo portavoce provinciale, l'eterno Santi, abituato al ruolo servizievole. Per ragioni comprensibili, ancora per qualche mese, anche il socio Moretti, Camera di Commercio, ha firmato. Altra succursale. Hanno urlato per lettera: Nessuno danneggi la Fiera. Come se Marzotto fosse un graffitaro. Non hanno potuto aggiungere anche il Pallas, avrebbe danneggiato la coreografia epistolare. Il blog curiale ha pubblicato anche le virgole. I partiti presenti (?) in commissione consiliare facenti parte dell'opposizione, cosa ardua da sostenere, cominciano a dare segni di vita. Avevano un'occasione storica a portata di domanda. Da sempre ci sono consiglieri comunali eletti per fare opposizione che in particolari momenti si dissolvono. Il fantasma di Cagnoni aleggiava nella saletta consiliare. Gli eletti dal popolo riminese sono feroci quando parlano di un marciapiede alla romana o una lampadina spenta, ma toccare il..Magnifico è cosa ardua e pericolosa. Camporesi aveva provato a fare il duro, si lecca ancora le ferite, con il suo avvocato. A favore del padrone fieristico gioca anche un aspetto importante; Gnassi non solo lo difende, ma cerca di salvare quello che la propaganda in questi anni è riuscita ad innalzare. Sono convinto che con il prossimo sindaco/a leghista ed i grillini in maggioranza, le vergognose code che abbiamo sopportato diventeranno..insopportabili anche per il Carlino. Si prolunga il regno del Presidente, oggi più che mai insostituibile. Devono cacciare il Pd dalla regione, allora scopriremo finalmente verità manageriali e..finanziarie. Un matrimonio basato su presunti interessi e debiti, diventa rato non consumato. Uso termini ecclesiastici conformi alla causa. La mancata quotazione nel borsino viene addebitata al momento difficile che significa il dopoguerra. Non hanno dato colpe, occorre dirlo, a Salvidimaio. Il dimissionario vicentino ha parlato molto genericamente di una struttura manageriale inadatta. I soci replicanti hanno detto di non avere capito le sue ragioni. C'erano tutti i presupposti per un felice connubio. 
PS Avrei la mia "ricostruzione" convinto di essere molto, molto vicino alla verità. Non interessa a nessuno. 
massimo lugaresi