venerdì 10 agosto 2012

Comunicato Marinai di Salvtaggio

DOPO GLI INTERVENTI DI SOCCORSO DI GIOVEDI 10 AGOSTO E IN ATTESA DELLA MARETTA DEI PROSSIMI GIORNI: I Marinai di Salvataggio rendono noto della scarsa attenzione prestata dai bagnanti ai segnali di pericolo e protestano per la non sufficiente considerazione delle autorità verso le segnalazioni e le istanze della categoria. Giovedi 10 Agosto- Il mare è mosso, il moto ondoso scava buche e provoca risacche di corrente che partono verso il largo. Tante persone ci finiscono dentro, ci nuotano contro, vanno in affanno, annaspano entrano in panico, alcune iniziano ad andare giù e a respirare acqua; non si sottraggono lateralmente alla corrente come spesso cercano di indicargli a fischi e gesta i salvataggi . La Associazione Provinciale dei Marinai di Salvataggio questo lo insegna ai bambini delle scuole in primavera, ma ora quello che si poteva fare in termini di prevenzione è stato fatto, ma è insufficiente; la necessità dell’intervento di soccorso è già di per sé un segnale che non si è riusciti a anticipare gli eventi. Niente è imponderabile per chi si occupa seriamente di salvamento e sicurezza in mare. I marinai di salvataggio questo lo sanno, hanno fatto quello che potevano fare (corsi aggiornamento, abilitazioni al defibrillatore, analisi costante della casistica). Giovedi non è restato che essere all’erta sulle torrette o in riva a fischiare a più non posso, attenti ai gardoni, attenti ai bagnanti spinti al largo, attenti alle mosse dei colleghi a fianco, mentre una massa di bagnanti entrava inesorabile lo stesso in acqua sotto alla bandiera rossa che sventolava come se fosse li solo per rallegrare un gioco. Un gioco che è continuato nell’imprudenza totale anche nel corso dei soccorsi a altri bagnanti semiaffogati . Molti bambini non accompagnati e anziani sono stati trascinati via nei primi metri di mare e agguantati al volo da altri bagnanti o operatori. Una signora molto anziana che si reggeva con il bastone è stata travolta da una onda, risucchiata, e agguantata da un signore dopo essere stata vista girare come in una lavatrice. Questa è solo un’ immagine emblematica, ma tanti altri bagnanti di tutte le età, incapaci a nuotare si sono avventurati come se fossero in un intrattenimento a cui dettare capricci. Ma il mare non è il Luna Park e neanche una società di servizi a cui fare rimostranze sulla corrente troppo forte. I marinai di salvataggio come sempre sono intervenuti con professionalità e coraggio. A volte hanno messo a repentaglio la propria incolumità soccorrendo bagnanti già avvisati e ripresi precedentemente. Purtroppo anche le autorità competenti a cui sono continuamente resi noti i problemi da risolvere per migliorare prevenzione e soccorsi sono spesso assenti. Alla fine tra urla e fischi i soccorsi sono dovuti partire per centinaia di persone, decine e decine i casi di una certa gravità, diverse ricoverate con sintomi da annegamento, ma poteva andare molto peggio. Al porto di Rimini tra spiaggia libera e bagno 1 , una giornata difficile per la presenza di una fossa all’altezza del tubo del delfinario, una donna in difficoltà portata a riva mentre veniva portato a riva un bagnante marocchino con sintomi da annegamento, ambulanza anche a Marina Centro per sindromi da annegamento, al 45 intervento seguito da applausi, a Miramare interventi plurimi così come a Rivazzurra, ma stanno entrando testimonianze un po da ovunque. Scene simili o analoghe per tutta la costa da Bellaria a Cattolica su cui si cercherà di avere una fotografia esatta, per potere rendere accessibili ad altri le esperienze e le analisi. Da questo anno la casistica degli interventi viene raccolta ancora più capillarmente attraverso la Associazione Provinciale Marinai di Salvataggio nel cui sito è scaricabile la modulistica. A incontrovertibile testimonianza della passione che anima i marinai di salvataggio è doveroso sottolineare che molti interventi sono stati eseguiti al di fuori dell’orario di servizio e durante l’interruzione dello stesso dalle 13 alle 14. Questo a ribadire se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’impegno e la passione in misura ben oltre a quella necessaria ad assolvere un servizio assegnato o un lavoro per cui sia stati assunti, che anima ciascun marinaio di salvataggio. L’Associazione coglie quindi l’occasione per ringraziare tutti che sono intervenuti e hanno collaborato. Tra i Marinai di Salvataggio della Provincia di Rimini c’è soddisfazione per il lavoro svolto, ma anche disappunto per quello che si potrebbe ancora fare per migliorare e che però non dipende direttamente dai lavoratori ma spesso da autorità competenti difficili da individuare: Manca un coordinamento e comunicazioni di rete: problema su cui la categoria lavora da 20 anni. Servizio motorizzato in appoggio al servizio capillare con i mosconi, in rete di comunicazione e gestito da professionalità interne alla categoria dei marinai di salvataggio (attualmente tante diverse realtà di forza pubblica assorbono risorse). Progetto su cui la categoria lavora da 15 anni non riuscendo a uscire da fasi di sperimentazione positiva.. E’ necessario che ogni apertura tra scogliere sia coperta da salvataggio Il corridoio tra torretta e moscone cosi come le aree riservate al passaggio e ai soccorsi devono essere libere e non intralciate da oggetti, ombrelloni, banchi o teli da mercato ambulante e persone in sosta. I marinai di salvataggio necessitano di risolvere immediatamente queste situazioni che pregiudicano interventi di soccorso e prevenzione. I Kite surf continuano anno dopo anno a invadere le aree di balneazione creando pericolo disagio e impossibilità di balneazione. La musica assordante a riva di alcuni bagni rende impossibile ai marinai di salvataggio recepire le chiamate di aiuto dall’acqua. Ritirare dal servizio i mosconi di plastica con ruote incorporate Divieto per i concessionari di gonfiare canotti e materassini con bandiera rossa e condizioni di mare mosso o con bandiera gialla a causa di forti venti da terra. Riconoscimento della Associazione Provinciale Marinai di salvataggio quale fonte di consulenza per le autorità competenti in materia di ordinanza balneare. Va da se che il marinaio di salvataggio per potere assumersi delle responsabilità deve essere messo in grado di svolgere il proprio lavoro, i punti sopra indicati sono solo alcuni dei più eclatanti per cui la responsabilità di una eventuale incapacità a prevenire o a soccorrere non dipende dal salvataggio ma da autorità e imprese (a cui vanno le risorse dello sfruttamento delle concessioni e le tasse demaniali del patrimonio ) che dovrebbero mettere gli operatori in grado di operare. Aiutiamo i Marinai di Salvataggio nel loro lavoro per la sicurezza e salvaguardia della vita in mare.

andrea manduchi