venerdì 17 agosto 2012

La Nostra Ilva 2

Tutti sapevano che l'Ilva inquinava pesantemente Taranto, vista la grandezza della questione si comportavano come scimmiette dell'acciaio, era ovvio che prima o poi la fonderia saltasse. Abbiamo visto in questo esempio tante assonanze con il clima della nostra Città, non abbiamo fumi dai camini ma merda in mare, pm10 e tanti morti incidentati pari a quattro inchini delle concordie. Prevale la logica che le regole debbano essere perlomeno interpretabili, una veranda sulla strada non vale come un gazebo od una cabina in spiaggia, la stagione deve essere salvata, come se le chiusure abusive potessero incentivare i milioni di italiani che soffrono la fame, vera e sconosciuta, a venire a Rimini dove lanciano brioches nelle noti colorate, se prendi al volo una saraghina tanto meglio. Quando un locale alla moda si scopre abusivo e lavora senza licenza si dovrebbe fare finta di niente, la merda in mare la ripulisci con la favoletta che dopo due giorni, meglio dei parenti in casa, non puzza più. Per i morti sulla strade arrivano le piste ciclabili da Friburgo, questione di giorni, la Giunta non va in ferie, abbiamo cinquemila casi edilizi non perseguiti, con un tendone demolito, siamo pari, il conto torna. Le migliaia di venditori abusivi sono calati non per paura dei controlli ma per la scomparsa degli acquirenti, ci voleva molto a scoprire che la battaglia sulla sabbia come ad El Alemein era perdente, sanno dove vivono e si riforniscono, quindi... Gli enti pubblici e le società collegate offrono, quando sono costrette ad oscene esibizioni,  bilanci da tribunale, il management(?) è ancora seduto su remunerate poltrone in uffici da favola, davanti a rotatorie sempre pettinate come bambole. Non si licenzia nessuno, il domino è pericoloso, Maggioli ve lo ha ricordato subito, avete smesso di rompergli le palle fiscali. Sono piccoli esempi dell'Ilva riminese, assonanze non forzate con la situazione tarantina, non avete ancora ascoltato scoppi pericolosi? Non erano i fuochi di Scarpato che risuonavano tristemente nel peggiore ferragosto dal dopoguerra in attesa del prossimo che può recitare peggio, ma le decine di imprese che sono saltate e le altre che seguiranno. Non invidiamo il prossimo Sindaco sempre che non sia anticipato da una Cancellieri, il lavoro sarà improbo, allietato solo dalla scomparsa di alcune persone che da sole rovinano panorama e fegato.