Fin dai tempi dell’antica Roma la politica è stata divisa in due fasi: quella
pubblica e quella elaborata nelle stanze del potere. Si organizzavano i giochi
per accontentare e distrarre il popolo ma, nel contempo, si progettavano
alleanze, guerre, espansioni, il tutto per la crescita del potere di Roma. Chi
amministra Rimini oggi, sembra non aver imparato nulla, né dalla storia antica,
né da quella recente. Alla non politica fatta di spettacoli, non corrisponde
infatti quel lavoro difficile, costante e meticoloso che porta il nome di
Politica e che è indispensabile per far crescere il proprio territorio non
soltanto negli articoli di una stampa asservita, ma anche e soprattutto in un
sistema di relazioni che vanno sapientemente coltivate ed annodate tra loro per
formare una forte rete sulla quale costruire crescita, progresso ed espansione.
Ma i nodi, si sa, prima o poi arrivano al pettine. Gnassi e Vitali hanno basato
il loro amministrare su elementi effimeri che si stanno sciogliendo come neve
al sole, lasciandoli nudi di fronte alla realtà dei fatti. L’uno è un
organizzatore di feste, l’altro un opinionista del tutto con poltrona a
orologeria, ma nessuno dei due ha lavorato per il nostro territorio, fuori dai
confini. O almeno, se lo hanno fatto i risultati sono a dir poco pessimi.
Quando a scuola non si studiava e si prendevano dei quattro, la colpa era
sempre del professore che ce l’aveva con noi. Così oggi i nostri amministratori
danno la colpa a Ravenna e a Forlì se Rimini viene tenuta fuori dalle decisioni
sulla grande provincia di Romagna. Siamo trattati un po’ come il fratello
stupidino, tenuto lontano dagli affari di famiglia per non far danni; alla fine
dei conti stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato, cioè nulla. Il
copione di Gassi e Vitali prevede ora un’indignazione generale verso i sindaci
dei due capoluoghi saggi, magari facendo intervenire qualche babbo bolognese e
la solita demagogica chiamata alla sollevazione popolare, con l’unico
risultato di far ancora di più la figura degli sfigati agli occhi di chi la
politica la fa come si deve. Chi li ha votati e fatti eleggere, si sta rendendo
conto ora dei danni che ne stanno derivando?
P.S.
Il PD riminese ha un’occasione per tentare di cambiare tutto e riprendere la
rotta: inizi nel 2013 col mandare al parlamento chi è in grado di farci pesare
davvero sui tavoli che contano. Il vuoto creato dalla Marchioni è deleterio e
ci sta facendo perdere tempo e terreno nel lavoro degli accordi regionali.
carobbio.it