martedì 28 agosto 2012

Fratelli Scemi

Fin dai tempi dell’antica Roma la politica è stata divisa in due fasi: quella pubblica e quella elaborata nelle stanze del potere. Si organizzavano i giochi per accontentare e distrarre il popolo ma, nel contempo, si progettavano alleanze, guerre, espansioni, il tutto per la crescita del potere di Roma. Chi amministra Rimini oggi, sembra non aver imparato nulla, né dalla storia antica, né da quella recente. Alla non politica fatta di spettacoli, non corrisponde infatti quel lavoro difficile, costante e meticoloso che porta il nome di Politica e che è indispensabile per far crescere il proprio territorio non soltanto negli articoli di una stampa asservita, ma anche e soprattutto in un sistema di relazioni che vanno sapientemente coltivate ed annodate tra loro per formare una forte rete sulla quale costruire crescita, progresso ed espansione. Ma i nodi, si sa, prima o poi arrivano al pettine. Gnassi e Vitali hanno basato il loro amministrare su elementi effimeri che si stanno sciogliendo come neve al sole, lasciandoli nudi di fronte alla realtà dei fatti. L’uno è un organizzatore di feste, l’altro un opinionista del tutto con poltrona a orologeria, ma nessuno dei due ha lavorato per il nostro territorio, fuori dai confini. O almeno, se lo hanno fatto i risultati sono a dir poco pessimi. Quando a scuola non si studiava e si prendevano dei quattro, la colpa era sempre del professore che ce l’aveva con noi. Così oggi i nostri amministratori danno la colpa a Ravenna e a Forlì se Rimini viene tenuta fuori dalle decisioni sulla grande provincia di Romagna. Siamo trattati un po’ come il fratello stupidino, tenuto lontano dagli affari di famiglia per non far danni; alla fine dei conti stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato, cioè nulla. Il copione di Gassi e Vitali prevede ora un’indignazione generale verso i sindaci dei due capoluoghi saggi, magari facendo intervenire qualche babbo bolognese e la solita demagogica chiamata alla sollevazione popolare, con l’unico risultato di far ancora di più la figura degli sfigati agli occhi di chi la politica la fa come si deve. Chi li ha votati e fatti eleggere, si sta rendendo conto ora dei danni che ne stanno derivando?

P.S.
Il PD riminese ha un’occasione per tentare di cambiare tutto e riprendere la rotta: inizi nel 2013 col mandare al parlamento chi è in grado di farci pesare davvero sui tavoli che contano. Il vuoto creato dalla Marchioni è deleterio e ci sta facendo perdere tempo e terreno nel lavoro degli accordi regionali.

carobbio.it