giovedì 16 agosto 2012

La Nostra Ilva

Turisticamente parlando siamo sulla via del non ritorno, un bollettino di guerra che la propaganda di regime non pubblica, oltre il cinquanta per cento dell'aziende non riesce a reggere il mercato, molte imprese sono fuori da questa percentuale grazie alla domanda locale. Parlare di una tenuta di Rimini od affermare che vi sono realtà turistiche che stanno peggio è roba da Rinaldis Ermeti, frottole consolative per il Quotidiano. Una intera economia sta andando a rotoli, sono tragiche situazioni che non esplodono perchè i protagonisti avvertono la paura che il domani sia peggiore. All'orizzonte non si scorge una speranza, saraghine, parade e rosa per tutti si stanno ritorcendo contro i lanciatori di brioches in tempi di crisi. I piccoli boiardi locali difendono con i denti lo stipendio e lo stato di fatto, taroccando la realtà, come campanellari istituzionali. I loro privilegi sono intatti, l'urlo di Beppe per chiudere il Parlamento in ferie è il pensiero del popolo italiano meno Bersani, Casini, Marchioni e..Pizzolante. I giornali senza mostrare ombre d'imbarazzo assieme alle tette sul balcone raccontano che il sistema regge, il Meeting apre e regala un milione di visitatori, come quelli previsti per il Palas Unicredit. Questo falso quadro ha condotto a carenze (?) gestionali su banche, palas, fiere, aeroporti, fondazioni, comune, provincia, con i colpevoli ai loro posti e la faccia tosta di indicare la strada per il futuro. La parte politica a Rimini ha vissuto da separati in casa con le società gestrici il fallimento, l'inciucio tra il pdconesenzaelle da noi gira perfettamente lubrificato da olio ciellino, nei momenti topici del possibile cambiamento sono arrivati in soccorso i voti a perdere. Gnassi ed il secondo Ravaioli hanno una comune origine erraniana, i patti venivano decisi da Vasco ed onorati in riviera. Gnassi ha messo Melucci, assessore regionale ad un ramo scomparso, sul tavolo degli imputati, facendo finta di non conoscerlo, ingrato, senza Maurizio doveva usare la partita iva. La tollerante Petitti che una volta a fatica presiedeva la casa delle cinque donne diessine, sempre quelle, alcune bisnonne, rappresenta con Vitali il meglio della produzione melucciana, assieme a buona parte del consiglio comunale, compresi i mediatori, ma anche consiglieri e presidenti di casa Piva ed i troppi inseriti nelle società comunali tutte rigorosamente in rosso acceso. Nel periodo più buio prima della tragedia che stiamo vivendo, il Giovane era SEGRETARIO PROVINCIALE PD, non poteva non sapere, secondo la giustizia sportiva e politica, è andata bene una volta, non vediamo l'ora che si giochi la partita di non ritorno. Qualcuno giustamente ci potrà imputare di avere fatto questi discorsi decine di volte, ma è altrettanto vero che per un cambiamento autentico inventarsi una differenza tra Gnassi e Melucci è pura perdita di tempo che non abbiamo più, un giochino da birra sul tavolo per i cinque/sei che si trastullano al Rose&Crown. L'opposizione è rappresentata da Fabio Pazzaglia, isolato per questo atto impuro dai compagni di Sel e dai sempre più bravi ed organizzati Grillini. Imparano il gioco, non ci vuole molto il campionato consiliare è amatoriale, stanno alzando tiro e tono, la tragedia riminese gioca a loro favore, non abbiamo sentito da tempo un compagno od amico che abbia speso una frase meno che offensiva su questa amministrazione. Pagano anche colpe non loro, la presunzione di spacciarsi come il nuovo non avendo nemmeno la forza per essere un passabile usato insicuro, li sta penalizzando oltre il doveroso, tentare di trasformare una Città non avvolta dalla merda solo perchè non piove, in un immenso palcoscenico finto e costoso, porterà i cittadini incazzati, derubati, spogliati, offesi, disoccupati, protestati, falliti, a votare per l'unica forza non compromessa. Ci sembra perfino troppo facile, come scopare in un film porno.