lunedì 9 giugno 2014

A Rimini come a ..Riccione

Senza concrete capacità amministrative la sicurezza può diventare autoreferenzialità, che può diventare arroganza, che, inevitabilmente, diventa sconfitta. Ecco cosa è successo a Riccione: un PD arrogante, padre padrone della cosa pubblica, ha dovuto fare i conti con la voglia dei riccionesi di riprendersi in mano la città. Questo sarà esattamente lo stesso destino a cui andrà incontro Gnassi a Rimini. Non sarà certo l’inesistente ed inciuciante centrodestra che segnerà la svolta, ma il coagularsi di istanze civiche ed elettori scontenti, di ogni colore, che premieranno qualsiasi novità in grado di cancellare anni di avvilente consociativismo, di nulla friburghese ed immobilismo rosa. Non basteranno più gli slogan o il richiamo della foresta per evitare la sconfitta. Quando si sbaglia e non si ha il coraggio di cambiare, gli elettori vanno da un’altra parte ed il candidato sbagliato, scelto con fede dal partito, resta col cerino in mano. Il risultato di Riccione dovrà essere sapientemente utilizzato da tutti coloro che sono vera opposizione all’amministrazione Gnassi, M5S in primis. Basta un piccolo salto di qualità e passare dal far casino, al fare politica. Sarà facile mandarli a casa e, finalmente, non sentire più le supercazzole del master plan e non assistere più al taglio di nastri di negozi e boutique. A Renata Tosi i migliori auguri di buon lavoro, non solo e non tanto per la sua carriera, quanto per Riccione ed i suoi abitanti. Ai riminesi l’augurio di avere presto la stessa opportunità e far sedere, finalmente, un sindaco vero a Palazzo Garampi.