mercoledì 25 giugno 2014

Il Cancelliere: Kolomoisky, Kolomoishy, chi era costui?

Finalmente... Il Cancelliere: Gli ultimi avvenimenti nell’est europeo dovrebbero indurre i paesi fondatori: Germania, Francia, Italia ecc. a una seria riflessione su quello che sta diventando l’Europa, soprattutto in ragione di quello che sarebbe dovuta diventare nella mente dei suoi padri fondatori (Adenauer, De Gasperi, Spinelli ecc.). E’ una domanda che sappiamo benissimo oggi essere retorica. L’Europa così come pensata negli anni 50/60 è diventata un’utopia sostituita dal dominio degli Stati Uniti specie attraverso la Nato, cui la vecchia Europa è incapace di far sentire le proprie ragioni. Dominio che si manifesta attraverso una incontrollabile spinta verso est con conseguente marginalizzazione dei paesi fondatori e una sproporzionata capacità decisionale degli ex paesi comunisti (supportata dagli U.S.A.) che alla fin fine tende a spezzare il legame tra la vecchia Europa e la Russia per favorire paesi francamente discutibili ma che godono del privilegio del “patronnage” americano. Ci riferiamo in particolare alla Polonia e alla Romania, due paesi medi che vantano grosse rivendicazioni territoriali verso la Russia. Tuttavia il paradosso non sta tanto in queste nazioni ex comuniste e molto aggressive, ma nei “nuovissimi paesi” aderenti all’UE dove le leadership politiche sono quanto di più lontano dalle idee dei padri fondatori europei. Pensiamo all’Albania/Kosovo di Thaci sospettato di genocidio e traffico di organi, al Montenegro di Dukanovic, non taciuta succursale delle cosche pugliesi e calabresi, pensiamo ai micro stati baltici “forgiatori” di SS e miti di “Apartheid”, per arrivare, dulcis in fundo, all’Ucraina. Parliamo del paese degli oligarchi che ne ha appunto eletto uno (Poroshenko) giusto giusto ieri come presidente, ma il cui vero potere sta probabilmente in altri nomi e figure. Non alludiamo solo alla notissima Tymoshenko o ad Akhmetov ma ai meno conosciuti ma ben più temibili Kolomoisky e Taruta, dei quali il primo sembra uscito da un fumetto ma su quale c’è poco da scherzare: è infatti l’organizzatore del massacro di Odessa e di Mariupol’. Comanda un esercito mercenario di alcune migliaia di uomini che, Poroshenko o non Poroshenko, tregua o non tregua, mette a ferro e fuoco il sud-est ucraino. Per conoscere le sue prodezze vi invitiamo a leggere la pagina Facebook della sua sodale deputata di L’viv Iryna Farion. La bionda donzella si prende il merito dei massacri e non lo nasconde. A questo punto sorge davvero un quesito: ma l’Europa “civile”, ammesso che lo sia ancora, con questa gente cosa ha a che fare? Oppure sta diventando anch’essa campo di battaglia per mercenari? Sarebbe una domanda opportuna anche oggi (meglio lo sarebbe stato qualche anno fa) quando la guerra pur non dichiarata, è scoppiata proprio per merito di questi signori e nobildonne. Ovviamente non lo si può dire! Specialmente sulla stampa italiana. Essa, come la sua nazionale di calcio, vive beata, e pagata, nell’inettitudine e nel più vieto conformismo. Fino alla catastrofe che, temiamo, non tarderà.
 Il Cancelliere