venerdì 6 giugno 2014

Il Delfinario

Vorrei dire 2 parole sulla questione Delfinario alla luce del fatto che la proprietà avrebbe ricevuto minacce da gruppi "animalisti" e considerazioni di carattere generale. Sappiamo che l'Acquario, così si è chiamato per decenni, dovrebbe riaprire stessa gestione con altre specie acquatiche che la nostra legislazione in materia di diritti degli animali, diciamo così, "tutela meno" dei delfini. Delfini che hanno, come specie, estimatori in tutto il mondo e che in alcuni stati, non sappiamo perchè, sono addirittura considerati, legalmente considerate "persone-non-umane". Orbene se io fossi il proprietario farei un passo indietro anche rispetto a riavviare l'attività come si sta tentanto con foche e otarie in quanto ormai la frittata è fatta e la struttura è diventata un simbolo e un esempio per i movimenti animalisti e non si daranno pace finchè non l'avranno fatta chiudere pertanto mi chiedo se valga la pena mettersi conto una lobby così potente. Io sono persuaso che a sfavore della struttura abbiano giocato diversi fattori convergenti. Per esempio il fatto che si trovi in una posizione molto in vista la qual cosa mostra a turisti italiani ed esteri "che in Italia e a Rimini con gli animali ci si diverte, li si imprigiona e si lucra", e questo per gli animalisti è intollerabile. E la vicinanza con La Ruota che dà l'idea di un Luna Park e di una mercificazione degli animali. Infine, nella vicenda restano a mio parere aspetti oscuri, primo fra tutti il fatto che sostanzialmente la capofila dei nemici giurati della struttura è una sola associazione e anche altri legati al fatto, forse, di un monopolio, che forse potrebbe interessare l'antitrust, perchè sempre di Imprese parliamo, un monopolio che si sta realizzando su animali acquatici in cattività a scopo di business.
C. Saluti,
Milo Pascale