mercoledì 25 giugno 2014

I Vasi di Pandora

Non sono mai stato incline ad aver pensieri troppo cattivi, ma certe volte l’apparente illogicità delle situazioni mi porta a ficcarci il naso dentro, e, non di rado, rischio di imbattermi in veri e propri vasi di Pandora. Così, di fronte all’assurdità anacronistica della proposta di reintrodurre l’immunità parlamentare per i senatori, la mia mente, non proprio candida, ha iniziato a frullare. Il primo dato è che nessuno vuole questa norma, ma nessuno fa nulla per eliminarla dal testo in esame al Senato: ne evinciamo che la maggioranza è d’accordo sulla sua approvazione, sempre con la sponda di Forza Italia e lo zampino della Lega, ovvio, ma quel minimo di pudore che ancora gira per i palazzi romani li fa vergognare di una simile paternità. La seconda considerazione che mi viene da fare è: perché solo al Senato e non anche alla Camera? Si badi, nella riforma Renzi-Berlusconi, il Senato non sarà più una camera elettiva, ma un’assise nella quale siederanno i rappresentanti dei territori, cioè, in primis, i sindaci. Quindi, questa nuova immunità, andrebbe a garantire l’operato dei sindaci. Di quale operato si tratti e in che termini ancora non è dato saperlo. Le considerazioni fatte e le proposte di modifica sono fumose tanto quanto le idee del ministro Madia. Garantire l’immunità ai sindaci delle grandi città, o almeno, a quelli che siederanno in Senato, significa farli lavorare al meglio. In tutti i sensi. Così un sindaco che dovesse ricevere l’ordine dal Mister X del suo partito di assegnare un appalto a Tizio o a Caio, lo farebbe con maggior tranquillità oppure, al momento di comunicare la percentuale da riscuotere avrebbe l’animo più leggero di quello che aveva all’epoca il buon Orsoni da Venezia. Qualcuno si meraviglia della mia affermazione? Ma scusate, come potete pensare di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti e pretendere che questi non si organizzino diversamente per sopravvivere? O credete davvero che si inizi una mattanza di italici suini per ridurli in salsicce finanziatrici di feste? Ma la toppa cucita addosso alla vicenda dalla Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato è davvero peggio del buco. La Finocchiaro propone che sia una sezione della Corte Costituzionale a decidere sull’autorizzazione all’arresto dei senatori. Et voilà, con una sola dichiarazione la rauca Anna manda a puttane il perfetto equilibrio tra la divisione dei poteri dello Stato introdotta dai Padri costituenti e sul quale si regge la nostra democrazia. Come dire, caro Parlamento, visto che pulluli di membri incapaci o in mala fede e non sei in grado di autogestirti, ti mando una tata in toga che ti dia uno scappellotto tutte le volte che fai arrabbiare. Così in un colpo solo il Parlamento diverrebbe un’assise di nominati messi sotto tutela della magistratura. Un capolavoro di diritto costituzionale. Per fortuna che l’Italia è uscita dai mondiali, così è venuto meno il più grande mezzo di distrazione di massa, utilissimo, in momenti come l'attuale, a chi comanda il vapore. Nonostante questo, però, non ho troppa fiducia sulla reattività dei nostri ormai obnubilati compatrioti.
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