giovedì 3 settembre 2015

Prese di..distanza

Non può passare così in sordina, vero? Leggeremo prese di distanze e richieste di ritrattare? Oppure in questa Rimini di feste e sballi tolleriamo che il presidente della comunità albanese, tal Edmond Kumaraku difenda il ventenne accoltellatore del coetaneo bellariese al Beky Bay? Già, perché leggere che Kumaraku abbia dichiarato: “quel ragazzo si è sentito umiliato dai pregiudizi. Ci sono alcuni gruppi di italiani che combattono i nostri ragazzi”, non solo fa impennare le simpatie per Salvini tra i lettori, ma fa incazzare chiunque abbia a cuore le regole del vivere civile e lo stato di diritto. Se qualcuno ci racconta che in Albania una persona che si sente umiliata è moralmente legittimata ad affondare un coltello nelle carni di un’altra, sappia che in Italia questo è vietato. Non è questione di moralità o di bon ton caro Kumaraku! Accoltellare una persona è proprio vietato dalla legge del nostro Paese. L’accoltellatore sarà difeso dal suo avvocato, viceversa dal Presidente della comunità albanese, se proprio vuole intervenire, ci aspettiamo una dura condanna del gesto. In molti si sentono discriminati ed umiliati da teppistelli di ogni provenienza, ma la logica dei coltelli non è quella su cui vogliamo costruire la nostra società. Si sente umiliato il ragazzino in sovrappeso deriso come ciccione, il gay chiamato frocio, o il calabrese appellato terrone da qualche ignorantello nostrano, ma non per questo gli oggetti di scherno sono legittimati ad accoltellare, picchiare o ferire gli aggressori verbali. Ci sono altri strumenti per isolare e combattere i portatori di pregiudizi e tutti questi strumenti si collocano nel solco della costruzione di una società migliore. E non mi risulta che in una società migliore sia previsto che le dispute e i pregiudizi si risolvano col sangue. 
 E. Canzi