sabato 24 dicembre 2016

Fate finta che..

Fate finta (per una volta) a Natale che Gnassi abbia le orecchie (leggermente) a sventola, non sia un fan di tutti i segretari del Pd e con (poca) fantasia anche..una donna. Allora (per una volta) le tre badanti giornalistiche e gli otto blog (diventati nove) con l'ingresso di Chiamami Città, riusciranno a raccontare la verità (almeno) sul Tpl. Da anni ripeto, alla luna, che uno dei grandi buchi (rosa) di Rimini è rappresentato dal Trasporto Pubblico Locale. Prima di entrare nel merito, ritengo indispensabile un modesto inquadramento, convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini (meno Fabi) a causa della voluta disinformazione abbiano (quando va bene) solo una vaga idea, di cosa stiamo scrivendo. Per essere didattico e stancante parto dagli autobus gialli che girano da noi e nei comuni vicini, gli stessi di una volta, della "municipalizzata" Atam, ma verniciati di verde. L'azienda comunale, come (purtroppo) le altre, venne "superata" circa vent'anni or sono per rispettare le nuove normative nazionali e regionali. Si divise (democraticamente) in due società di servizi e controllo. Una a guida post-comunista, l'altra obbligatoriamente margheritina: Tram Servizi e Tram Agenzia. Entrambe "possedute" dal Comune di Rimini per circa l'80%, il rimanente disperso fra gli altri comuni della provincia. L'errore voluto e perseguito, una vera devianza, è di avere tradito l'impostazione regionale. L'Agenzia doveva assumere solo le vesti di controllore con una organizzazione snella per verificare l'attività del gestore. Siamo arrivati ad un "mostro" con una cinquantina di dipendenti che si è arrogata la mansione di stazione appaltante il Trc, con presidente, vice, consiglio, direttore, consulenti e costi assurdi, fuori da ogni logica legislativa. La politica dell'inciucio, quella che avrebbe portato alla nascita del Pd, finì per insabbiare tutto. Cambiarono solo la denominazione: da Tram a Agenzia della Mobilità. Se può sembrare una insignificante differenza, allora aggiungo il peso di qualche numero..milionario. Lo stato attraverso le regioni ristora almeno i due terzi del pubblico servizio, addossando al "terzo" le entrate derivanti dai titoli di viaggio (biglietti). A Rimini come conferma la solita "excusatio petita" del migliore assessore al bilancio, quello che dove mette mano, succede sempre qualcosa (Rimini Calcio e Campi Sportivi), stiamo parlando solo di 25 milioni. Rispetto ai 60 dilapidati da Aeradria non è niente, ma giustificare negli anni il costo di questa Agenzia che ha snaturato la sua originale vocazione è davvero difficile se non fossimo a Rimini. Non ci sono stati solo i trasferimenti regionali, le vendite immobiliari e..udite perfino l'introito, per lungo tempo, dei parcheggi comunali. Stiamo sempre parlando di milioni..pubblici. Il Bilancio di Previsione di AM che non è stato approvato "dovrebbe" costringere al riemergere di antiche pendenze. Dove sono finiti i debiti dell'Agenzia? Il volere fare le "pulci" ai conti della Tram Servizi oggi proiettata nell'immancabile Area Vasta, rimanda alla classica domanda: chi controlla il controllore? La disputa sul costo chilometrico è una presa per il..biglietto. Ci sono state diminuzioni nei servizi, è variata la velocità di percorrenza dei mezzi, oppure vi sono state innovazioni tecnologiche che hanno portato un aumento del tasso di riempimento degli autobus? Nel caso di una risposta negativa le competenze sarebbero del Comune e dell'Agenzia, che (guarda caso) sono i soggetti che vogliono fare i conti in tasca al..gestore. A pagare non possono sempre essere i lavoratori e mai presidenti, direttori, consigli e consulenti. Godono pensioni e remunerazioni pari a sei autisti, esibiscono finta sobrietà fino al punto di arrivare al titolo di padri nobili e..mobili. Non ho parlato in questa mia (ennesima) riflessione del Trc. Già il titolo sarebbe un indizio. Mi permetto un consiglio ai lavoratori, sul referendum lo hanno fatto spontaneamente, la Cgil è dotata di un poderoso Centro Studi (?), chiedete di raccontare la "vera" storia del Tpl a Rimini. Mettendoci (per una volta) una abbondante dose di autocritica. Emergeranno tante simpatiche storie che la new entry Chiamami Città, non vedrà l'ora di pubblicare. Con il consenso di Melucci e della Nipote.