venerdì 2 dicembre 2016

Riflessione

Premesso che la riflessione che segue esprime la mia personale opinione e non quella del blog che ha in materia un orientamento sensibilmente diverso, oggi il presidente di Confcommercio Rimini ha rilasciato una articolata intervista in cui egli afferma che la sua e altre associazioni stanno affilando le armi per vedere se la nuova normativa (quella della tutela di luoghi di particolare valore archeologico etc., rispetto ad esercizi non consoni) lascia loro margini di manovra. Della dichiarazione di guerra ai c.d. "negozi etnici" (che in realtà etnici non lo sono affatto in quanto commerciano prodotti cinesi, souvenir etc.) dell'assessore comunale competente abbiamo già letto. Ricordiamo che l'assessore competente di mestiere vende tappeti persiani che non sono esattamente "tipici" riminesi. L'unica voce contro su una questione che mette tutti d'accordo, quella della guerra contro minimarket, kebab, bigiotterie etc. gestiti da stranieri, è stata quella dell'ex consigliere PD Zerbini. Ma soltanto pare pro domo sua, diciamo così, in quanto egli per quel che egli stesso afferma ha attività all'estero. E già, e come la prenderebbe un italiano che volesse aprire una pizzeria in una delle tante little Italy sparse per il mondo e politica & stampa unite, spinte dalle associazioni di categoria locali come sta accadendo da noi, cominciassero a dar loro contro "no a pizzerie italiane", portano il degrado! Oppure: difendiamo il piatto nazionale tedesco, i wursterl, basta ristoranti "italianen-mancia-spachetti-piza-mandolino-mafia"? Allora: s'intende difendere l'Identità di certi luoghi riminesi come Borgo Marina o Viale Vespucci. Bene, ma questi luoghi hanno cambiato "identità" nel corso della loro millenaria storia mille volte. Faccio qualche esempio recentissimo rispetto a una storia di secoli e secoli: borgo marina negli anni '60-'70 era completamente colonizzato dagli immigrati campani. Precedentemente era zona portuale essendo unita a viale Dardanelli assieme al quale costituiva appunto il Borgo Marina, con un passaggio a livello strada carrabile ove ora c'è il sottopasso pedonale. Uno dei tanti che sparano a zero contro queste attività ha un negozio con la merce fuori e affermano che vogliono vietare proprio questa cosa, tipica degli store bengalesi, dunque!? E di fianco ha un sexy shop, che non è proprio il massimo dell'eleganza, e affermano che vogliono mantenere un certo livello: dunque!? Allora domando dov'è signori, dov'è finita l'Identità dell'Italia, qualcuno me lo sa dire in questa Babele?? Non c'è più: "multietnico e multirazziale", sono 20 anni che i burattinai di questo Paese ci dicono cosa dobbiamo diventare, e ci siamo diventati, guardatevi attorno! Allora cosa si difende chiedo? Isolette di interessi privati spacciati per identità chiedo? E gli operai, i braccianti agricoli, i baristi, i camerieri, quelli che lavorano negli hotel etc., che devono fare i conti con manodopera a bassissime pretese e altissima produttività, loro hanno qualche legge, leggiuola, cavillo che impedisca di assumere lo stradino rumeno piuttosto che quello italiano per difendere la nostra identità???? Quindi per conto mio una grossa mistificazione che peraltro NON porterà risultati perché il mondo non lo fermi e soprattutto perché certe decisioni sono già state prese ai piani alti diciamo così e non sarà qualche associazione di categoria riminese a cambiare il corso della storia di questo Paese, piaccia o no, le parole chiave di queste vicende sono #protezionismo che genera #xenofobia..
zobeta