martedì 13 dicembre 2016

Ubiqui

E' un'idiozia totale fare un albero di Natale "originale" con materiale di riciclo come quello orribile che gli... "ubiqui" di Hera hanno pensato per l'Arco di Augusto a Rimini che evidentemente deve aver conosciuto tempi migliori se fosse vera l'ipotesi che era sormontato da un scultura in oro massiccio. Come chiunque può vedere questo albero fatto in partnership fra Hera e incolpevoli studenti d'arte bolognesi ai quali è stata indicata Rimini dal capoluogo per questa schifezza, questo albero è orribile al netto del fatto che i gusti non si discutono e ci sarà chi lo apprezza! Allora: possiamo pensare che qualsiasi struttura piramidale con luci o ninnoli sotto Natale rimandi ad un albero c.d. "di natale"? Certo, ma datosi che un abete sintetico se si vuole essere Gaia friendly ovvero autentico ma in vaso costa pochissimo che senso ha agitare il mantra del Riciclo anche per l'albero spacciando una struttura orribile per il simbolo del Natale ad opera poi della mano pubblica? Potrei capire un masochista, uno spostato, un eccentrico, ma uno... che vuole tenere alla larga i malintenzionati che si mette un simile spaventapasseri in giardino, ma perché farci del male privandoci di un normale stupendo albero che vedi una volta all'anno - "s'è chi va a žirche'!?" come direbbe mio nonno che saluto!!? Questo preambolo per arrivare al breve nucleo della missiva cose già lette su queste pagine ossia che è sotto gli occhi di tutti uno squilibrio fra le due parti della città e soprattutto fra i due monumenti che rappresentano 'sta palla, ma va anche detto via, della romanità di Rimini, Arco e Ponte. Di là, milioni a vagonate, di qua non si vede una lira. Tutto si fa nella emi parte nord-ovest della città. Per dire: il borgo San Giovanni, importantissimo in passato attraversato dalla via che conduceva all'Urbe è un borgo figlio di un dio minore paragonato alla retorica di quello di San Giuliano fatta propria ed enfatizzata continuamente dalle istituzioni cittadine. Tutta la parte sud-est della città riceve attenzioni infinitamente minori. Nella testa di chi muove gli investimenti, dove poi di investimenti neppure vi sarebbe bisogno per me, il percorso di questi presunti milioni di turisti... texani si suppone, in fila a vedere il nostro centro, parte dalle sale antiche della Biblioteca, passa per la Domus, un pavimento a mosaico molto simile a quello che c'è nel mio bagno preso anni fa prodotto volantino a Leroy Marlin e qualche tibia, pèrone, tarso, poi il Museo, il Ponte, il borgo dove RISTORARSI perché s'è fatta l'una, c.so d'Augusto lato Bologna con le sue chiesette, il Fulgor a breve restituito..., p.zza Cavour e fra poco anche il teatro, neologismo, "polettiano". Quindi in breve una città che ultimi 5 anni ha spostato il proprio baricentro fra Piazza Cavour e il Borgo San Giuliano, tutto resto in secondo piano. Non era così! La parte commerciale, frequentata, curata in passato era la parte di levante! L'arco che meriterebbe attenzioni almeno pari al Ponte, come il borgo San Giovanni e tutti gli altri pari al borgo San Giuliano, restano figliastri dei 2 mandati Gnassi, come tutta l'emi parte a levante del Centro e stanno conoscendo un periodo di decadenza come mai in passato (e questo lo dimostra il fatto che attività che ancora non hanno chiuso si sono spostate sull'altro lato abbandonando la zona sud-ovest e riaprendo ove tutto è super curato nelle zone citate), che tra l'altro come è ben noto caratterizza tutto il centro storico fatto salvo che ce ne faremo una ragione se sta scritto nelle stelle che esso debba definitivamente irreversibilmente trapassare:colpito da fuoco concentrico ma se si può salvare!. 
nemo pascale