sabato 24 dicembre 2016

Il Voucherismo

Il triste fenomeno dei voucher è di fatto una legalizzazione del tradizionale “nero”, ma arreca anche il danno di falsare la percentuale degli occupati, rendendo le stime da Italia felix che di fatto non esiste. E così a casa nostra, con lo stesso metro, si misura l’incremento delle piste ciclabili del territorio. L’Assessore di turno con il solito editto autocelebrativo, ha sottolineato che “tra il 2008 e il 2015 a Rimini c’è stata una crescita del 26,5% di piste ciclabili”, dati ISTAT Garampi. Viene però da chiedere chi invia i dati a quell’istituto e se qualcuno poi li certifica sul campo. Perché, se come i voucher falsano quelli dell’occupazione, anche qui c’è da discutere. Si dovrebbero considerare solo le opere che siano connotate da peculiari requisiti. Al contrario immagino, ma con scarsa tolleranza di errore, che tra le ciclabili nostrane siano state inserite anche quelle creazioni di pura fantasia che insistono nello spacciarci per piste che, oltre a non esserlo, hanno anche la caratteristica di pericolosità ed occupano una buona percentuale di quel 26.5%. Il lungomare, ad esempio, con il dislivello tra le due corsie e con una delle due promiscua con il marciapiede pedonale. Quella in viale Principe Amedeo dove il marciapiede si presenta con una semplice striscia di vernice per separare pedoni e biciclette. O quella di Via XX settembre in parte con gli stessi problemi delle precedenti e per di più stretta dal parcheggio delle auto, costituisce un serio pericolo per il passeggero che deve scendere dal mezzo e che rischia di dare una “sportellata” al ciclista o essere da questo investito. Infine quella del Villaggio I Maggio, creata … ad ostacoli, così tanto per rendere più avventurosa la sua percorrenza. Ci sarebbe altro, mi fermo qui. Quindi, come al solito, basta fare proclami magari cavalcando dati resi favorevoli; perché come è noto quelli sfavorevoli ce li mostrano sempre come inesatti. Ma soprattutto bravi nello spendere denari per opere mediocri o inutili, tanto per dimostrare che questa è un’Amministrazione “che fa”. E siccome al peggio non vi è mai limite, se ne annunciano altre. 
S. De Vita