venerdì 9 dicembre 2016

Vucciria

Nelle pubblicità dei prodotti farmaceutici, a spot terminato, si sente una rapida vocina che ci informa: "Leggere attentamente le istruzioni, è un medicinale che può avere effetti indesiderati, anche gravi". E' una comunicazione che ci avverte di un possibile pericolo per la salute, qualora il farmaco che dovrebbe curarci sia usato in modo improprio. Un libretto delle istruzioni (e delle regole) dovrebbe essere allegato più in generale ad ogni ingegno umano, sia esso un farmaco, una pentola a pressione oppure un'astrazione condivisa come la democrazia ed il suo esercizio. Un dibattito democratico dovrebbe svilupparsi su informazioni vere, riportate dai cittadini sulla base di un reciproco rispetto, teso a migliorare la conoscenza e la consapevolezza di tutti. Purtroppo, oggi, lo stesso sistema delle avvertenze finali, solleva i governi dalla responsabilità del giochi d'azzardo; basta un: "Giocare può causare dipendenza patologica" con buona pace delle casse erariali. In sostanza, il prodotto "gioco d'azzardo" è livellato al prodotto "farmaco", non conta che se il primo viene consumato ed abusato per dipendenza patologica ed il secondo, magari per attenuare gli effetti di quella dipendenza. Non c'è da stupirsi quindi se non ci ribelliamo neppure ad una politica fondata su spot elettorali e plateali alterazioni della realtà, insinuate soltanto per ottenere il potere politico. Non è un malcostume soltanto delle forze di maggioranza, ma di tutti coloro che si approcciano a questa politica, fatta di false notizie e promesse bugiarde. Subiamo una retorica fatta per cannibalizzare "mi piace", senza interessarci delle basi e della consistenza di ciò che postiamo o sosteniamo. Come potrebbe essere altrimenti. Si fa politica dai tinelli di casa, gli unici interlocutori sono profili o gruppi di profili facebook, posti nelle nostre stesse condizioni di egemone (e solo) tiranno che decide la vita o la morte con un "mi piace". Su di una tastiera non esiste rispetto, figurarsi l'umana empatia; vince chi urla più forte, come il piazzista di pentole smaltate, come la vaiassa in un folkloristico mercato del pesce. Gli strumenti, e tra questi anche la democrazia non hanno un'anima e nemmeno un'etica. Siamo noi che dobbiamo renderli vivi ed utili per la nostra società.
 Montalbano
 P.S.: "La maggior parte delle persone non vuole accettare che l'ordinamento che governa la loro esistenza sia immaginario. Ma in effetti ognuno nasce in seno ad un ordine immaginato preesitente, e i suoi desideri sono modellati fin dalla nascita dai miti che caratterizzano quell'ordine. I nostri desideri personali, dunque, diventano le più importanti difese dell'ordine immaginato." ('Da animali a déi' di Yuval Noah Harari; 2011)