venerdì 17 gennaio 2020

La Rivoluzione

Oggi a Ferrara ho fotografato il riconoscimento marmoreo apposto a ricordo di Copernico. Immediatamente camminando per le vie del centro ho pensato alla "Rivoluzione Copernicana" che, invero, riprese una teoria precedente di tal Aristarco da Samo. Poi parlando fra me mi è venuto alla mente Kant e quindi Galileo Galilei. La Rivoluzione in astrologia è il moto che fa la terra per compiere la sua orbita attorno al sole (teoria eliocentrica). Rappresenta il dinamismo di un corpo celeste che io scherzando chiamo: "il dinamismo delle lumache", perché come esse se lasciate libere vedrete che, ci mettessero pur 365 giorni e rotti, non le troverete più al vostro ritorno. A me succede col tempo, sebbene tenti di fermarlo, ancora nessuna diga ha retto. Mentre l'astronomo polacco ci raccontò come fosse il sole al centro dell'universo, Kant ne mutuo' l'idea mettendo l'uomo al centro del metodo conoscitivo. Nel senso che siccome i dati non si debbono assumono alla stregua di un elaboratore meccanico (computer), l'uomo, ci dice, deve avere l'ambizione di interpretarli, essendo la conoscenza sottoposta alla critica e deduttiva. In poche parole le scienze e la filosofia destituiscono in un colpo sia Dio che il Re. Poi arrivò Galileo Galileo che fece nascere insieme con la moderna scienza sperimentale lo stato di diritto. Tuttavia in politica questo termine ha un paradosso, di cui invece è priva la rivolta. Quest'ultima si compie in un atto spontaneo, il più delle volte dimostrativo e come tale destinato all'insuccesso e al fallimento. La Rivoluzione no! Essa è, invece, il tentativo gagliardo, quanto controllato di giungere al cambiamento di una intera classe dirigente, in quanto rappresentante di un sistema antico già collassato, determinata soltanto a garantire la propria sopravvivenza e quella del sistema che li prevede come condicio sine qua non. È volta ad ottenere una destituzione assoluta, per esemplificare: la morte del Re! Unica analogia è che, proprio come i rivoltosi, anche i rivoluzionari si nutrono di libertà, ossia di quel sentimento, sì, immenso che sta all'origine di entrambi i moti, che chiamo il dinamismo dei popoli o delle classi, tanto che un Poeta francese la descrisse così, o a me piace si sia riferito ad essa: "La libertà quel nome terribile scritto sul carro degli uragani". Rivolta e Rivoluzione, Camus e Sartre, Copernico, Kant e Galileo Galilei... Tutti a farmi visita nei pensieri dopo la lettura di una pietra con su incise delle parole nella città degli Estensi. Le parole sono importati dice Nanni Moretti, sarà per questo che da un po' non lo sento più. Credo lo debba imitare. Almeno per un po' mi consegno al silenzio.
P. S. Sotto elezioni d'altronde parlano già in tanti...
R.Urbinati