martedì 7 gennaio 2020

Non vi resta che la..Meloni

Le elezioni del 26 gennaio sono per il Pd l'ultima spiaggia di Bologna. Lo si capisce dalla virulenza degli attacchi che arrivano a Salvini. Hanno usato tutto. Anche la Gregoretti, una nave che nel consiglio dei ministri nessuno ricorda. Gli sbarchi concordati, con precise indicazioni alle Ong per "trovare" l'imbarcazione da salvare, hanno esaurito la loro funzione, così come le prediche dei parroci che vogliono salvare gli immobili vuoti. Il nemico è Salvini. Il più comodo da incolpare, possono attribuirgli tutto e di più. Ha risollevato dalla probabile sparizione un movimento al 5%. E' diventato il primo (largamente) partito. Sconta l'improvviso allargamento delle potenzialità senza avere avuto tempo di adeguare il personale impiegato. Bonaccini, una quarta linea del vecchio partito fa il maleducato sborone nei confronti dell'avversaria Borgonzoni, Provate a chiedere a quante spanne era lui da Errani? Fanno sorridere queste riserve democratiche. La loro inadeguatezza è pari alla villania e presunzione. Vivono ancora di rendita, come i giovani albergatori rimasti a "piluccare" quello che hanno lasciato genitori e..nonni. Poi arriva la Rinaldis e dice che c'è il pieno, parola di Gnassi. Anche la Befana ha fatto sold out. L'ultima trovata per il partito di Bonaccini, dopo le sardine, sembra sia la Meloni. Provano a farla diventare l'avversaria (vera) del capitano. Massima stima per la signora, brava e verace. Anche lei sta resuscitando un'area quasi dispersa. Le veline del regime vogliono giocare alla sottrazione dei voti. Alla fine conterà la somma: Salvini + Meloni = Vittoria. Il resto lo lasciamo alla Petitti in Melucci.