domenica 26 gennaio 2020

L'ultimo slogan

L'ultima che si sono inventati i... "dati perdenti" a questa tenzone regionale è "grazie, stiamo bene così". Oppure "siamo a posto, grazie". Questo in risposta alla fazione opposta che vorrebbe "liberare" l'Emilia Romagna e militanti e simpatizzanti di un partito piuttosto agonizzante direi e sfiduciato, sfigato anzi, in queste ultime ore che ci separano dal voto hanno partorito questo slogan. Un voto che ricordiamolo riguarda una regione che ha abitanti pari alla Provincia di Milano e al Comune di Roma, al quale è stato voluto dare un significato esagerato da ambedue le parti solo parzialmente per le ragioni che si dicono concretamente se i partiti avversari del PD, Lega etc., vincono in Regione il PD stesso si estingue: questa è per me la ragione principale, le altre, le turbolenze sul Governo e fermare l'avanzata di un partito ritenuto pericoloso sono secondarie pur importanti. Comunque uno la pensi, slogan: erano partiti da "l'Emilia Romagna non si lega", claim ittico delle sarde e del PD, ed ultimamente sono approdati a uno che sembra la pubblicità di un caffé in cialde, di una amaro... o cosa non saprei comunque pubblicità: "Per l'Emilia e Romagna, non per altro." E ora "Stiamo bene così, grazie". Purtroppo questo è falso: l'Emilia romagna non sta affatto bene a guida PD e partiti precedenti mutanti dal 1970; anzi sta molto poco bene. Non si possono attribuire le differenze con regioni del Mezzogiorno al presunto "buongoverno" della Regione. Tutte, tutte, le altre 3-4 regioni del Nord sono pressapoco come l'Emila Romagna, anzi per esempio la Lombardia è molto meglio e sotto molti profili. Certo "loro" stanno bene così: i tesserati, i militanti e tutti quelli che mangiano dalle mani del PD! Ma gli altri rosicano, diciamo così. Aneddoto. Lilli Gruber per come sembra di aver capito non vedeva di buon occhio la candidatura di Bonaccini. Dunque a inizi campagna quest'ultimo andò in tv e nel corso dibattito disse che non aveva mai telefonato a un Direttore generale di una Asl per raccomandare, indicare un Primario. Al che la Gruber, della stessa parte politica di Bonaccini, replicò inaspettatamente "... lei giurerebbe di non averlo mai fatto!?". Insomma: il problema è quello e per quello dico che tanta gente sente ormai una cappa opprimente su questa regione ove tutto deve passare da un partito politico che ha letteralmente occupato le Istituzioni e, in tempi di crisi poi, ogni spazio occupabile. Certo, chi in ha in tasca una tessera PD o chi è in questo partito da decenni per tradizione famigliare o tutti quelli che vi gravitano, certo loro stanno bene così: ma gli altri, tutti gli altri?? Evidentemente no e per questo che risulta grottesco questo ultimo slogan che correggerei "noi che gravitiamo attorno al PD stiamo bene così gli altri che vadano...". E da qui la forza dello slogan opposto "L'EMILIA ROMAGNA E' DI TUTTI" non di un partito. E' quello che a livello nazionale si chiamava "partitocrazia" declinata a livello locale come l'occupazione 50ennale di tutte le istituzioni non dai partiti ma da UN PARTITO! Poi ci sono diverse altre questioni da rivedere e che accenno appena: la differenza delle due velocità fra Emilia e Romagne, la tendenza all'accentramento della Regione in opposizione al principio di sussidiarietà, la richiesta di Autonomia Differenziata fatta da un parlamentino regionale eletto solo dal 37% degli aventi diritto al voto elezioni 2014, l'egemonia esagerata di una città grande come un quartiere di Parigi nemmeno su tutte le altre, la guerra intestina aeroporti/fiere e ante altre che ora non mi sovvengono. Quindi per parte mia sulla nuova Presidente Lucia Borgonzoni nessun dubbio, quantomeno dare una spallata decisiva a questo regime e rimescolare le carte. 
Milo Pascale