lunedì 17 settembre 2012

Ermeti Strategico

Cosa c'è scritto nel Piano Strategico di Ermeti, benedetto in diretta in Consiglio sul nostro (e delle banche) Aeroporto? Domanda pertinente, cerchiamo di spiegare le ragioni. Un Piano Strategico per i comuni che vivono una normale atmosfera politica, non è uno strumento urbanistico, tanto meno un perditempo, come è stato usato a Rimini, per permettere l'approvazione delle 88 varianti nel corso delle due passate legislature, comprese quelle non fatte, come i grattacieli griffati. E' uno straordinario strumento propedeutico allo Strutturale per analizzare una realtà sul piano economico, sociale, culturale, ambientale ed infrastrutturale, disegnare gli effetti nell'unico strumento previsto dalla Legge Regionale che si compone di tre momenti: strutturale, operativo e regolamentare. Il Piano Strategico oltre a fare trascorrere piacevoli giornate a trecento selezionati per la X Factor Urbanistica, doveva raggiungere importanti obiettivi determinando ipotesi per commercio, industria, agricoltura, pesca e perfino turismo, identificando tempi e qualità. Per il turismo significava avere proiezioni delle presenze, suddivise per singoli settori e per caratteristiche di provenienza, che rimandava automaticamente a quanti ipotetici turisti venivano a Rimini in aereo. Se poi queste risultanze  non permettono di far sopravvivere lo scalo, andavano pensate ulteriori strategie, come quella da Noi più volte rappresentata che ipotizza il rivolgersi ad una utenza in ragione dell'accessibilità e servizi. Significa in primo luogo un diretto collegamento con l'autostrada e parcheggi gratis per gli utenti del Fellini. Tutte cose difficili e complesse per la classe politica riminese, un lavoro appaltato che termina prima viene salutato come un successo di.. Gnassi e meno di Biagini. Proseguire con il ripiano costante dei debiti allunga la vita di Masini ma accorcia le nostre risorse, sapendo, come ricorda il Movimento 5 Stelle, che gli enti territoriali non possono per legge sprecare denari in queste operazioni e le categorie già asfittiche, oggi possono solo chiedere. Quando affermiamo che è ora di liberarsi di questa classe dirigente, retta sugli equilibri del basso consenso, consentiti in momenti di grande elargizione pubblica, quella che ci ha portato a Monti. I nostri sono come i magici inventori di pelapatate sui banchetti delle fiere.

P.S.
E' vero che il Dirigente Daniele Fabbri ha predisposto l'invio in Giunta dei Piani Particolareggiati invisi a Gnassi?