domenica 16 settembre 2012
Barricati
Si sono barricati! Hanno paura e si sono rinchiusi nella loro Bastiglia. Hanno
paura di non essere più i burattinai della politica, temono di perdere il
controllo della situazione e sono terrorizzati dal fatto che possa essere l’
elettorato a decidere la composizione del prossimo parlamento e non loro. Sono
poveri di idee e per questo non riescono a relazionarsi con la libertà degli
altri. Si indignano se li si chiama “la casta”, salvo poi attuare nei
comportamenti le parole del drammaturgo francese Gaston de Caillavet quando
dice “Democrazia è il nome che diamo al popolo ogni volta che abbiamo bisogno
di lui”. Come imbonitori di un mercato paesano, fanno a gara a chi la spara più
grossa dal palco delle loro feste e festicciole, sempre e solo per accaparrarsi
il nostro voto. Non pensano alla situazione drammatica del Paese, ma badano a
tessere improbabili alleanze, rivolgono insulti all’avversario, assaporano
prospettive spartitorie correndo verso il potere e non verso un’assunzione di
responsabilità per governare l’Italia. Litigano sulla riforma della legge
elettorale che il popolo chiede loro di cambiare con urgenza. Fanno di
tutto per non trovare un accordo che porti verso una modifica seria. Una
modifica che deve assolutamente essere fatta per ridare la parola agli
elettori, come prevede la Costituzione, e per garantire la governabilità del
Paese. Loro però, senza dirlo espressamente, vorrebbero la conservazione dello
status quo; la solita cricca vuole mantenere la poltrona e nominare gli altri
parlamentari di contorno, ubbidienti e spesso inutili. Cavillano su percentuali
e listini, perché se per sfiga fossero costretti alla riforma, ciascuno vuole
che la nuova legge elettorale sia tagliata sulla propria misura. I Berlusconi,
i Bersani, i Gasparri, i D’Alema, i Casini, le Bindi, le Brambilla, i
Franceschini, i Rutelli, i Fini e giù giù tutti i parlamentari degli ultimi
anni, responsabili della situazione attuale, per incapacità o per omissione,
cosa vogliono ancora da noi? Il voto? No, grazie. Abbiamo già dato e in cambio
abbiamo avuto soltanto malgoverno e un mare di tasse usate per pagare i loro
stipendi, pensioni, vitalizi e sprechi. Oggi ci raccontano che se l’accordo
sulla nuova legge elettorale non si trova, è colpa degli altri…..sempre gli
altri! Un po’ come le scuse del nostro sindaco davanti all’incapacità di
risolvere i problemi di Rimini. Che brutto spettacolo. A proposito di
spettacoli, a che punto siamo con la realizzazione del programma di mandato del
sindaco Gnassi? Che si dice dalle parti di Garampi Palace in Cavour Square? E
la Rosaspina Street Parade come procede? La gestione del territorio continua ad
essere fatta solo mettendo le transenne al porto per le feste? C’è solo da
sperare che questo muoversi sconclusionato dei partiti a tutti i livelli sia l’
ultimo frenetico dimenarsi di una seconda repubblica in procinto di morire per
davvero.