domenica 6 settembre 2015

Trovate tracce di Riminesità nel sangue

Con questo post si apre un nuova rubrica di Citizen che potremmo chiamare “Combattere la Fuffa”, ma visto che denunce non ne vogliamo chiameremo il Commento del Giorno. Invitiamo tutti i nostri lettori a segnalarci le solenni cazzate che si nascondono tra le righe dei nostri quotidiani locali. Per il Commento del Giorno oggi abbiamo scelto la storia di Marcello Fabbri, Riminese di nascita, chef stellato in Germania. Sia chiaro, questo non è un pezzo contro Marcello, al quale anzi va il nostro plauso per la determinazione con cui ha conquistato il suo ruolo nel ristorante Anna Amalia, una Stella Michelin e desco dell’importante Elephant, hotel a 5 stelle in quel di Weimar. Più che altro vorremmo sottolineare l’ennesimo attacco di sloganite del Primo Cittadino di Rimini che, come un esperto della polizia scientifica, va cercando DNA riminese in qualsiasi cosa si muova, pur di rappresentare una Rimini che non esiste più. Marcello (Grande Marcello) è uno che, proprio per le sue ambizioni di cuoco, da Rimini è scappato presto, subito dopo la scuola. Prima di approdare in Germania è passato anche da Gualtiero Marchesi a Milano. Può darsi che, sì, il giovane Fabbri abbia fatto un paio di stagioni prima di tagliare la corda, ma solo chi ha fatto la stagione vi può dire quanta poca aria da Gourmet si respiri in quelle cucine. Per carità, non mi capite male! Piada e Tagliatelle (dove ancora non c’è la sottopagata cuoca dell’Est) sono alimenti di tutto rispetto e di gusto totale, ma sembra chiaro che il cammino del citato cuoco abbia preso altre direzioni. E anche Rimini… visto che quello che si mangia nel 90% degli alberghi è congelato MAAR. Vi risparmio tutte le dichiarazioni di SpiderGnass in arrampicata libera, tutte cose che riguardano le gente che si distingue nel mondo per il solo fatto di essere riminese e possedere la riminesità, caratteristica che a quanto pare approfondisce l’anima e accende la passione di fare le cose “e di raccontarle“. Sì.. direi soprattutto di raccontarle. Il citazione clou secondo me è quella in cui si vanta della scuola che ha fatto Marcello Fabbri perché ha a che fare con i ruoli di Sindaco, Presidente della Provincia e riminese. Dice: “Marcello Fabbri che ha cominciato la sua carriera di cuoco all’Istituto per il Turismo di Marebello“. Dove? Siamo sicuri che non fosse l’Alberghiero invece? No, perchè il Marco Polo è un’Istituo per Operatori Turistici e, a meno che il nostro portatore sano di riminesità non si sia formato in qualche fornello a gas delle bidelle, è estremamente improbabile che abbia cominciato lì. Diciamo però che si tratta di un errore di citazione, un errore da poco per carità. Diciamo che in realtà volesse citare l‘Istituto Alberghiero Malatesta. Qui si apre un altro capitolo che lo coinvolge come Presidente della Provincia, sotto l’egida di cui ricadono gli Istituti Superiori. Lo sa il Presidente della Provincia come sono ridotti i corsi di cucina nella Rimini della (e cito) “grande scuola di cucina riminese“? Non a causa degli insegnanti, che mettono passione e amore, ma a causa delle risorse e dei programmi i ragazzi si trovano a fare pochissime ore di cucina anche nell’ultimo anno della specializzazione che hanno scelto. Una volta l’Istituto Alberghiero portava settimanalmente eccellenze del mestiere a contatto con gli studenti in occasione di formazione supplementare e da lì non dubito che di ispirazioni ne siano nate tante. Oggi non è più così, ma mi rendo conto che parlare di scuola a rappresentanti del PD è un po’ rovinare i loro piani di lobotomia collettiva. Parlare di eccellenza riminese, senza avere cura dei luoghi dove quell’eccellenza dovrebbe essere coltivata, da la misura di quanto questi continui slogan siano perniciosi. Vengono spacciati per promozione, ma nella realtà dei fatti tolgono l’opportunità della consapevolezza. Alla fine però si faranno i conti con la realtà e Rimini pare abbia già cominciato a farli… continuate pure a chiamarla California se vi aggrada. Ricapitolando Marcello Fabbri, ventenne emigrato da Rimini, passato per la cucina di Gualtiero Marchesi, impiantatosi da 23 anni in Germania, oggi, a 45 anni, va a fare lo chef stellato all’Expo’ per una regione della Germania… non certo per Rimini. Ch’egli sia un Riminese di nascita deve essere sicuramente motivo di vanto, ma dovrebbe essere molto di più occasione di riflessione. 
 P.S. Qualcuno le deve pur dire ‘ste cose.  
@DadoCardone Citizen