sabato 30 luglio 2016

Il Pride (L'Orgoglio) del Vescovo

Alle fine, proprio 12 ore prima il "si dia inizio" arriva il... Parere Sfavorevole della Curia a smentire il dogma che per 4-5 centri d'influenza e di potere riminesi "ciò che fa il Sindaco è sempre ben fatto", un'affermazione che personalmente mi ricorda una favola che leggevamo a scuola da bambini tanti e tanti fa e che avrebbe voluto avere valenza educativa ma non applicabile evidentemente al primo cittadino. Il Vescovo, "scavalcato" prima in quella che dovrebbe essere la sua materia, diciamo così, da Forza Nuova sulla difesa della famiglia tradizionale; poi dai pochissimi, suppongo, locali seguaci di Lefebvre, fa un comunicato sul filo di lana in cui afferma che il Gay Pride a Rimini è cosa sbagliata e spiega la posizione ufficiale della Chiesa sull'omosessualità e su queste manifestazioni. E probabilmente non si è potuto astenere dal prendere le distanze e stigmatizzare la manifestazione perchè non è che potesse far finta di nulla, fare la scimmietta non vedo, non sento, non parlo e andarsene a fare il week end nel Cadore o a Poggiorimini: altri alla fine lo avrebbe fatto al posto suo di prendere le distanze, io credo. Ed egli ha fatto quello che doveva fare come Vescovo di fronte alla comunità cattolica riminese, non farlo avrebbe rappresentato un unicum italiano. Ha dimostrato, o chissà forse è stato caldamente invitato a ribadire, che tutto si compra o si contratta, assessori e consiglieri d'amministrazione, ma non le idee. E che i Princìpi non sono in vendita, o almeno ci piace crederlo sia andata così, pro o contro la manifestazione.
 Sarah A.