martedì 19 luglio 2016

Un Calcio a Rimini

Come diceva il mio amico (ex) imprenditore, se a Rimini le chiacchiere fossero quotate, dopo l'inevitabile fusione, sarebbe una grande Dubai. La conferma è arrivata attraverso la pur modesta espressione rimasta del calcio professionistico. Per quello amatoriale è bastato Brasini. Mi sembra giusto che fra quattro anni prenda la poltrona (usatissima) di Cagnoni, se vi sarà ancora..la poltrona. E' stata una sorpresa per il Corriere del Pd? La tenerezza che mostrano nel loro infaticabile appoggio è degna almeno di un premio natalizio, quello che si da a tutti. Il Carlino cerca al solito di non sporcare il vestito del dirimpettaio. Si sono meravigliati, addolorati, quasi offesi che in tutta la città, provincia e intero paese non vi sia nessuno che (per strane ragioni) voglia fare finta di investire nella Ruota calcistica. Il ragionamento all'incontrario sarebbe più eloquente: per quale motivo vi dovrebbe essere ancora qualcuno disposto a farlo? Per tenere accesa la fiammella del pallone rotolante dovrebbe avere un ritorno anche minimo in termini aziendali. Chi lo ha fatto per quello sport o per altri simili si è bruciato mani, conti e immobili. Nonostante allora il mattone tirasse e le promesse (con i comparti) volassero. Un bagno di verità sarebbe necessario. Si potrebbe iniziare cessando le tante, troppe dicerie sui presunti(?) pericoli ad immergersi nel gange riminese. Proseguendo e mettendo a tacere i troppi esperti del nulla o plaudenti tutte le "fusioni". Sono i professionisti della farsa. Se non li imiti sei un disfattista, secondo il meteo ricorrente. Quale sarebbe il settore in cui a Rimini converrebbe investire, non avendo un pullman di giovani donne magari dell'est? Anche quello è un mercato saturo e pericoloso. Provate a chiedere a chi ha ancora un albergo se lo rifarebbe ancora. Certo chi lo ha avuto in eredità e magari senza alcun debito può ancora pavoneggiarsi. Sono poche decine. In ogni attività l'offerta supera largamente la scarsa domanda. Non parliamo poi del mattone, morto e sepolto nei caveau bancari. Ci vorranno decenni per smaltire il laterizio accumulato come sofferenze. Lo stesso sistema del credito è a..debito. Gli investitori esteri nel mondo sono considerati delle auspicabili risorse. A Rimini temuti perchè possono anche partecipare ai prossimi (obbligatori) Bandi diligentemente preparati dall'assessore leggermente parente di Melucci. Con un quadro così fosco ormai il settore sportivo che si alimentava con le sponsorizzazioni o la benefica attività volontaria di qualche genitore è scomparso. Il Sindaco Gnassi è stato il più bravo venditore di speranzoso fumo. Ha avuto e possiede ancora un'armata informativa oliata, allenata a spacciare le cose più normali come atti di eccezionale portata amministrativa e politica. Nessuno lo contesta, ha una visione incoraggiante e testarda: ci ha promesso per quattro volte un Lungomare scambiato per un Parco. Però l'Europa poteva essere più comprensiva, con una brutalità perfino eccessiva ha ricordato al neonato civismo demaniale che stavano parlando di cose non loro, ma di un "bene" pubblico e come tale doveva essere messo a bando per i migliori offerenti. Non si fa così, si era preparato come al solito molto bene. 

PS Gnassi è però solo l'effetto non certo la causa