lunedì 4 luglio 2016

Una (altrettanto) amichevole replica

Un saluto affettuoso anche a te. Mi pare di capire che saresti maestro nel "litigare" e che, pertanto, ti limiti, volendo conservare il tono conviviale che ha assunto il nostro scambio di pensieri tra buoni conoscenti (non posso azzardare vecchi amici). Ti seguo volentieri (il tema non merita litigi: si tratta di fatti contro opinioni su questione che rimane marginale rispetto ai grandi temi) ma ti assicuro che con me troveresti un interlocutore ben attrezzato: sia per propensione naturale, sia perché di "contraddittorio" vivace (quando non esasperato e, all'occorrenza, "spietato") ci campo, costituendo buona parte della mia attività professionale.  Scusami Massimo, ma non ti posso lasciare l'ultima parola (puoi prendertela, giochi in casa tua, sei libero di non pubblicarmi), nel momento in cui di fronte agli argomenti sorretti dai "fatti" continui a contrapporre "opinioni personali" (sempre legittime nella libertà di espressione che non contempla censura alle "personalizzazioni", quand'anche errate).  Parto, come al solito, dalle tue testuali affermazioni contenuta nella cortese "precisazione", forse dai contenuti a tratti un po' paternalistici.  "Affermare che al pronto soccorso non risultano incidenti causati da altalene smontate ormai vent'anni fa, sembra un tantino azzardato" e ancora "...i vecchi medici oggi magari fanno cose diverse".  Rimini sparita ha intervistato chi operava al pronto soccorso a quel tempo (anni sessanta, settanta e ottanta, fino ai primi anni novanta, cioè nel periodo in cui le altalene erano presenti e attive) non quelli che vi lavorano oggi. Dove sarebbe l'atteggiamento "un tantino azzardato"? Evidentemente risiede nel "sembra": cioè sensazione tua, parere personale espresso senza alcun elemento di sostegno oggettivo. Rimini Sparita porta, sul tema, argomentazioni di tutt'altro spessore e contenuto, avendo intervistato chi ha vissuto il pronto soccorso in quel citato trentennio. Qui non c'è spazio per precisazioni, nemmeno se "amichevoli". "Altre osservazioni a mio giudizio un po' forzate...".  Ancora una volta il perno e' costituito da opinioni personali (le tue). In sostanza eviti di commentare altri passaggi che "a tuo giudizio" contengono forzature da parte mia? Scusa se insisto, ma valgono solo i dati tangibili, cioè i fatti, il tuo parere e le sensazioni che provi non spostano di un millimetro l'inesattezza oggettiva di tue valutazioni e conseguenti affermazioni: per tutte, valga il tema della copertura assicurativa.  Concludi la tua bonaria "replica" sottolineando l'assenza della "conclusione: motivare il perché le altalene sono state eliminate".  Massimo, mi hai letto frettolosamente e, con altrettanta trascuratezza, non hai riletto quanto da te scritto: le altalene, al pari dei trampolini (questi oggettivamente connotati di una certa pericolosità) sono scomparsi perché da una parte il ritorno per gli sponsor si era assottigliato e, in contemporanea, monta, smonta e rimonta (e conseguente manutenzione) costavano soldi e fatica e chi doveva farsene carico ha ritenuto non ne valesse più la pena.  Ti chiedo un ultimo attimo di benevola pazienza.  Tu sei un politico, abituato a ragionare come tale e, conseguentemente, a cogliere ogni occasione per spunti di contraddittorio con gli "avversari politici". L'altalena "ripristinata" ti è parsa come una di queste occasioni. A Rimini Sparita spiace che il frutto del proprio esclusivo sudore di tre anni di fatica venga inteso come espressione di un'area legata in qualche modo al "Palazzo" mentre, orgogliosamente, rivendica il merito di aver contribuito, con questa "piccola cosa", scevra di etichette (se non la propria) a far rinascere, nella memoria e nei sentimenti di tantissime persone, ataviche emozioni del tutto positive e senza alcuna "colorazione" se non quella dei ricordi di ognuno evocati dall'oggetto in questione. Con stima, amicizia e solidarietà (come appartenente alla careggia dei nonni), ma imprescindibile attaccamento alla verità che si coglie nell'oggettività dei fatti, ti invio un cordiale saluto. 
Teto Gambetti