giovedì 7 luglio 2016

Mangiare sulla Spiaggia

Un tema che è diventato un grande problema in assenza di misure e buonsenso. Eravamo stati facili profeti demaniali, conoscendo da sempre i nostri polli da spiaggia. Siamo solo agli inizi del tutti contro tutti. Abbiamo notizie di bagnini che si denunciano tra vicini come fosse scoppiata la guerra condominiale. A dire il vero è sempre andata così, solo negli ultimi anni avevano seppellito le asce, cercando anche di fare delle società di gestione piuttosto strane ma pensando che avrebbero potuto affrontare meglio la burrasca dei bandi. Poi è arrivato il Civismo di Pizzolante, accasato da Alfano, quello con fratello. Una invenzione che ha regalato la vittoria e maggioranza. Un colpo da lungomare. Ho letto le polemiche sollevate per una "pizza" arrivata abusivamente sulla spiaggia senza passare dal bar di competenza. Per fortuna lo scettro della Capitale ce lo siamo tolto da soli a colpi di 19 euro a stanza. Lo dissi pochi mesi or sono, quando ci fu l'apoteosi (giornalistica) attorno all'ideona di far mangiare i clienti sotto l'ombrellone. Ho sottolineato semplicemente, avendo ancora qualche reminiscenza, che esistono normative commerciali-igienico- sanitarie che lo vietano, per ragioni di carattere generale. Se per tanti può sembrare semplice burocratese, allora ripeto che le norme hanno come primo obiettivo individuare le responsabilità, per colpire poi il teorico trasgressore. Faccio un esempio pratico: chiunque decida di festeggiare una ricorrenza come il compleanno dei bambini in un locale pubblico non può introdurre cibi e bevande che non siano fornite dal locale stesso. Rimane fra le discrezionalità del titolare accettare, se direttamente consegnati, alimenti provenienti da altri esercizi commerciali. Il caso più classico è la famosa torta di compleanno. La pasticceria la consegna al titolare. Non conta che la stessa o i dolci siano stati comperati dal cliente che organizza la festa. Come nonno "professionista" vedo in questa norma una "tutela" per i nipoti e gli amichetti, non certo un assurdo. Certo che se guardi la spiaggia ed in quel momento almeno 15 abusivi, vengono attirati dalla massa festeggiante, allora sto zitto. Almeno quest'anno non c'è nessuno che promette ..,pulizie. L'ho fatta lunga, ma anche il "bagnino" che ha inveito per l'invasione di campo!! Chiunque abbia una licenza di esercizio commerciale può vendere un gelato, sia con macchinette automatiche, sia artigianale. Fatti salvi i requisiti previsti per il mantenimento, la responsabilità ricade su chi ha prodotto il gelato. Nella somministrazione la prima colpa è del soggetto che ha manipolato anche una semplice bibita, aperta senza il bicchiere. Partendo da queste necessarie conoscenze, diventa facile anche per il Carlino sapere cosa si può fare in spiaggia. Per il lungomare siamo a posto. Ho scritto, tante volte, che non è come spesso (sempre) la si vuol fare apparire. Una repubblica demaniale dove comanda il "sovrano" Mussoni che decide per il bagnino di turno o per il povero salvataggio. Questa è però l'impressione leggendo due dei tre giornali uguali. Tradotto in termini pratici, invitando la Dott.ssa Frisoni a permutare il suo lodevole master in mobilità su pista protetta, con un più utile codice della navigazione, ribadisco che mangiare sotto l'ombrellone è vietato. Se il bagnino possiede anche il bar è quasi un reato. Se non mi crede può chiedere allo Zio. I bagnini incazzati li ha conosciuti a Cesenatico. Da allora hanno abbandonato il Pd per riparare sotto l'ombra dell'Ncd in costume. Scelta pericolosa secondo i giornali. Manipolare prodotti al di fuori dell'esercizio commerciale è vietato, non viene garantita la salubrità del luogo, oltre al difficile accertamento delle eventuali responsabilità. Nel caso pubblicato dai giornali, è indubbio che il "detentore" commerciale del sito sia il bagnino. La spiaggia a Rimini non è cambiata, rimane quella. Gli amici delle troppe cose "Sparite" per il momento non se ne devono occupare. Rimane un sistema medievale, con servizi e norme antiche non rispondenti alle moderne necessità. La fotocopia sabbiosa del nostro turismo scomparso e fuori..mercato.