martedì 24 gennaio 2017

Riparare

Non è più sinonimo di aggiustare. Che la finanza e l’economia mondiale siano a un punto di non ritorno non è più una novità e pure i tentativi per riparare a tale situazione sembrano sempre più vani. Infatti a firma del presidente B. Obama nel Luglio 2010 il Dodd-Frank Act fu la risposta alla crisi finanziaria iniziata nel 2007. Prende il nome dai suoi ideatori B. Frank e C. Dodd, ed è stato un epocale cambiamento nella regolamentazione finanziaria degli Stati Uniti dalla grande depressione del 1929. Nelle intenzioni dei legislatori dovrebbe impedire una nuova crisi e proteggere gli americani da “ nuove bolle” e mettere fine agli abusi delle banche. Sono un insieme di regole per identificare quegli istituti di credito il cui fallimento può mettere a repentaglio l’intero sistema finanziario statunitense e istituisce una nuova procedura per liquidare le grandi istituzioni finanziarie, che non godranno più di salvataggi pubblici, e istituire una certa protezione degli utenti dai nuovi prodotti finanziari. Un altro obiettivo dichiarato, ma non ancora realizzato, è stato quello di evitare che le banche commerciali facciano trading sui mercati finanziari per evitare i derivati e dare agli azionisti la possibilità di pronunciarsi con voto non vincolante per quel che riguarda i compensi ai “paracaduti d’oro”. Istituendo una nuova agenzia, la Consumer Financial Protection che ora fa riferimento al Dipartimento del Tesoro Usa, con il compito di proteggere i consumatori tramite il monitoraggio e la regolazione dei settori delle carte di credito, di debito e dei mutui immobiliari. La legge consta di un mostro di 1506 articoli, Contrariamente a quanto avviene in Europa, per gli USA non sono i debiti sovrani la causa della crisi, ma le vittime. L’idea, era quella di creare un muro protezionistico per impedire che il risparmio dei cittadini venga usato per speculazioni ad alto rischio. Solo la cultura “ultra liberista” dell’attuale Europa ha portato la sua azione anti-crisi contro i debiti sovrani. Le lobby bancarie si sono comunque subito adoperate per svuotarne il testo che, avrebbe dovuto proibire una commistione tra banche d’affari e banche di deposito. Caso strano che tali segnali siano di provenienza democratica stessa ,infatti come accade anche in Italia, si può essere di sinistra su certi temi (l’ambiente, diritti civili) ma prostrarsi di fronte ai banchieri con il pretesto che creano occupazione e sopratutto consenso nel proprio collegio elettorale! oppure sostenendo che il mercato dei derivati può essere regolato solo da un accordo internazionale, classica scusa per mantenere lo status quo con il pretesto che bisogna prima essere tutti d’accordo. L’impatto sulle aziende europee del Dodd-Frank Act si è fatto subito sentire tra le varie normative. Ampliamento dei limiti per le responsabilità delle aziende spingendo anche i governi ad adottare azioni più responsabili, per proteggere ambiente, consumatori e diritti umani,nel mondo. Le aziende devono oggi rispettare un numero considerevole di regole in merito alla sicurezza dei prodotti, ai processi e alle procedure, e dei materiali utilizzati. Assicurare la conformità a tali standard, però, implica per le stesse un sensibile aumento in termini di costi e tempo. Quelle che non soddisfano i requisiti sono soggette a penali che creano un danno di immagine sul mercato. Un esempio emblematico è il "conflict minerals". Nel caso in cui questi provengano ad esempio dalla Repubblica Democratica del Congo o dagli stati confinanti. Sappiamo come il coltan sia un componente strategico per lo sviluppo delle telecomunicazioni, una sabbia nera, leggermente radioattiva, dalla quale si estrae il tantalio, metallo usato, nell'industria della telefonia mobile, nella componentistica dei computer e in quella spaziale (aumenta la potenza degli apparecchi riducendone il consumo di energia). Minerale estratto in modo disumano in miniere fatiscenti che crollano in continuazione con l’impiego di manovalanza giovanile (per approfondire http://www.congo.it/lettura/tiporicerca.asp?pid=844 ) Le aziende che utilizzano queste risorse nei propri processi produttivi, ora devono redigere dei rapporti dettagliati. La legge, fatta con le migliori intenzioni, per separare l’economia finanziaria basata sulle “ scommesse “ (prodotti derivati) obbliga i produttori americani a dichiarare, in modo documentato, la filiera dei loro prodotti, compresa la provenienza delle materie prime che ha però portato a smantellare la rete commerciale consentendo alle solite bande di malviventi di controllare ancora il mercato illegale del coltan. Quindi se da una parte si tende a dare delle regole per una civile e giusta convivenza dall’altra si generano ingiustizie. Proprio vero che la vera giustizia non è di questo mondo . 

L’INNOMINATO