lunedì 23 gennaio 2017

Linea 11: Riminisibirsk

Prendi una mattina d'inverno, di quelle che non ti fanno mancare niente: 2 gradi di temperatura, 40 nodi di tramontana e una fitta pioggerellina battente. Metti caso tu voglia recarti al lavoro utilizzando la linea n.11, servita da Start Romagna e munito di regolare biglietto, recarti nell'unica pensilina coperta tra Miramare e Marina Centro. Non scopriresti soltanto sin dove può spingersi il tuo masochismo, ma ti renderesti anche conto di cosa significhi spostarsi sui mezzi pubblici. Appare subito evidente come ai 3 dirigenti di Agenzia Mobilità (che tutti insieme percepiscono quasi un milione di euro annui), sia sconosciuto l'andamento climatico della nostra costa. Non si richiede certo un'ulteriore laurea in fisica dell'atmosfera per sapere che qui, d'inverno, il freddo e i vento la fanno da padrona e ripararsi dietro un cartello orario, richiede il metabolismo di un organismo estremofilo. Ho personalmente fruito del loculo presente sulla fermata n. 21 di Bellariva e lo stato di inedia in cui si trova, ricorda un po' le vele di Scampia; stesso colore, stessa percezione di abbandono: Cristo non si sarà certamente fermato qui, ma l'opera di manutenzione di una Azienda (ancora) Pubblica sì. Continuiamo il mio diario di viaggio. Appena salito, fatico a raggiungere l'obliteratore poiché un marziale controllore a progetto blocca la fila. Fatta salva l'esigenza di controllare la lealtà dell'utente, trovo subito antipatica la scelta di installare un check-point proprio sull'uscio, dove un'affilata bava di tramontana mista ad acqua mi sonda la coppa. Sulla linea stazionano 2 contractors: stessa grazia delle guardie di confine dell'Ex DDR. Stessa solerzia nel rincorrere l'evasore proprio in concomitanza della fermata stazione, dove gli "utenti onesti" si preparano alle intemperie esterne. Ho provato disagio, un profondo disagio. La sera, verso le 18:00 riprendo la stessa linea in direzione opposta; sull'intera tratta non ho visto salire nessun controllore, in compenso ho condiviso il viaggio con una variegata umanità, dall'avventore munito di Ceres, al tovarish già alticcio, per finire con la ragazza raggomitolata e sul chi va là. La mia è solo un'esperienza, non certo completa tanto da redigere una scheda di costumer satisfaction, ma l'impressione è stata quella di assistere ad una guerra già persa. Tanto la ragazza quanto me, abbiamo usufruito di un servizio privo della cura e della sicurezza che si aspetta una persona che paga il biglietto. Se questa è considerata una linea strategica, anche in promozione del futuro TRC, non la state valorizzando: mi sembra di aver vissuto un feedback in una città siberiana di anni fa, durante la caduta dell'Unione Sovietica. Mancavano solo le lada zhiguli frecciarci a fianco.
 Montalbano