domenica 22 gennaio 2017

Una Città (ancora) Fertile

Gennaio non aiuta i rapporti sociali. Il freddo intenso e l'influenza che timbra il cartellino, ci costringono a sondare con un certo gusto voyeuristico, le istrioniche testate web locali ed i limitrofi gruppi facebook che a volte si occupano di politica locale. Così, con andatura dervisha, mi sono avventurato nel "deep web" riminese. Punto di partenza, la spiaggia virtuale de "Il PD di Rimini che vorremmo" che scimmiottando l'effige della "cosa" di Gabellini, raccoglie le opinioni del "residuo renziano" Corrado Zucchi. Assieme a lui, scorrazza come un capibara il suo compagno di avventura elettorale nelle file del Patto Civico per Rimini: il Sig. Caristi. In verità, Zucchi cerca una sorta di dibattito (se non già colloquio) tra le varie anime del PD locale, incontrando l'indifferenza dei più che, così imbeccati dai rispettivi vertici, perseguono questa esiziale strategia. La gente, sempre più spesso, purtroppo e per fortuna, si interessa o spettegola di politica su internet; abbandonare questo new media, sperando di sopravvivere in enclavi di consenso sempre più esigue e sempre più anziane, non corrisponde a perseguire i valori di ampia condivisione di un partito che si vanta dell'aggettivo "democratico". Auguri dunque al "Robinson Crusoe" Zucchi, se non altro per dover dividere questa desolata spiaggia con il "Venerdì" Caristi. La seconda forza inespressa della politica seppiolina, si appoggia al gruppo facebook "Grilli pensanti"; qui lo scenario è ben raffigurato dall'atollo Mururoa, il 2 luglio 1966. Sarà che dopo la débâcle delle ultime amministrative, gli aspiranti parlamentari 5 stelle si sono trincerati come a Verdun, gli spunti che qui vengono postati (sempre più spesso privi di contenuti e memori della prima Lega Lombarda), raggiungono un livello di discussione pari solo alla desolazione demografica della Mongolia. Nessuno commenta. Il terrore di potersi esporre e subire così le bordate degli ex compagni di viaggio (o del direttorio), raggela (se mai vi abbia risieduto) ogni neurone del M5S riminese. Qui, lo stato d'animo ricorda quello degli inquilini della Lubjanka, ai tempi di Stalin. Riguardo "Sei di Rimini se" e "La Rimini che vorremmo" c'è poco da dire; il primo nasce in promozione di una tessera sconto ed il secondo a sostegno di un progetto politico poi arenatosi. Restano loro malgrado, luoghi di discussioni tra avventori con lauta accondiscendenza degli administrators che sapranno sfruttare, a tempo debito, l'ampia platea virtuale. E qui un monito: badate bene che tutto questo terreno dissodato è potenziale luogo di scorribanda di altre forze, ben più pericolose. E' di pochi giorni fa la notizia dell'arresto della tenutaria e già moglie, di un importante boss della Camorra che coordinava per il clan la raccolta del "pizzo" nel casertano. Nulla di sconosciuto se non fosse che la signora risiedesse proprio nel nostro Comune di Rimini. Ora, mi rendo conto che in giorni di tragedie e terremoti, sia difficile evidenziare determinate presenze, ma non parlarne per nulla appare omertoso. La debolezza della nostra politica, incapace di tastare il polso dei quartieri, se non già volutamente destrutturata, trasforma quel campo dissodato in un terreno fertile per l'infiltrazione delle mafie. Ho volutamente lasciato per ultima la newsletter "Chiamamicittà" che risponde alle esigenze di visibilità della provinciale sinistra PD . Qualche tempo fa, il suo esponente più noto, sentenziava: “L’immagine che la riviera romagnola sia in mano alla mafia la ritengo una bella barzelletta. A me non risulta infiltrazione mafiosa, nel senso classico del termine”. A volte (e qui mi rivolgo a tutti i lettori, me compreso), chi non cambia mai idea lo fa perché troppo innamorato di se stesso; penso anche che una maggiore attenzione alla cronaca giudiziaria, debba essere mobilitata perché la nostra politica è oggettivamente troppo assente sui temi dell'attività (e della corruttela) 'ndranghetista, camorristica (napoletana e pugliese) e mafiosa a livello dirigenziale.
Montalbano
 P.S.: "Al Nord il corpo sano non c'era e non c'è. E il virus ha intaccato un ambiente che ha spesso fatto coincidere i propri interessi con i servizi offerti dalla 'ndrangheta. Corruzione e 'ndrangheta. Reati economici e 'ndrangheta. Reati ambientali e 'ndrangheta. Evasione fiscale e 'ndrangheta. Sono tutte accoppiate molto comuni, che associano criminalità organizzata a reati tipici delle zone a elevato sviluppo imprenditoriale." (Tratto dal libro 'Padrini e padroni' di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso; ottobre 2016)