lunedì 30 gennaio 2017

Cocali, boccaloni e grifoni dorati

Lo dico subito; il primo che scrive che Gnassi non fa nulla, verrà coperto di insulti. Vi sembra poco riuscire nell'impresa di scippare il Carnevale di Viareggio? Rientra nella normalità recintare un'astronave e farci sfilare il carosello allegorico piddino più glitter d'Italia? Si racconta che il padrone di casa, nella esibizione di Renzi e.. Cagnoni, sia giunto cavalcando un grifone di cartapesta, appena confezionato per il suo (tutto suo) Teatro Galli. Certo la classe di Renzi è cristallina; presentarsi travestito da Marchionne, con tanto di maglioncino in tinta blu, ha rubato la scena alla restante platea di nani e ballerine "politically correct". L'impressione d'insieme è quella della corte riunita sotto la pappagorgia di Luigi XVI, ai tempi in cui il popolo si barcamena davanti ai tabacchi per incassare il voucher di giornata. Complimenti ai Nizariti del TRC ed ai seminatori di debiti del Palacongressi, ancora incapaci di ammettere di aver sbagliato neanche fossero il "fonzie sull'Arno"; tanto di cappello a coloro che si vantano di amministrare una città che negli ultimi giorni ha registrato 2 accoltellamenti (nello stesso locale) e un tentano femminicidio. Continuate a girarvi dall'altra parte, in direzione Padulli e pavoneggiarvi per "un mare lungo un miglio". Lasciatevi pure una via di fuga verso Santarcangelo, anche se dubito che accettino il vostro status di profughi politici per rubricarvi a bistrattati migranti economici. Il raccapriccio del cittadino medio sta proprio nella vostra miopia, nelle briglie di un ego lanciato al galoppo che non si cura della sua città. Veniteci a trovare e portate con voi gli altri cortigiani; vi aspettiamo a mare della ferrovia, in quella lingua di ipercemento e multiculturalità abbandonata che corre da Torre Pedrera a Miramare, nel Comune di Scampia o di Casavatore, decidete voi. Ma la colpa più imperdonabile è la sufficienza, o peggio l'indifferenza con cui, al contempo, ci avete svenduti al degrado ed al populismo più becero. 
 Montalbano