giovedì 19 gennaio 2017

Un debole..virtuale

Ho un debole, solo "virtuale" per una Compagna. Si percepisce dal linguaggio che utilizza, da quella incisiva ironia che indossa e rende ancor più attraente la sì velata vivace e zelante intelligenza, incapace tuttavia di celare un passato da protagonista. Piccola o grande non conta, chi mastica capisce chi sa anche sputare. Spero non si offenda nessuno se ho usato l'aggettivo sostantivizzante di Compagna. È una mia invenzione! Leggo con entusiasmo che FN Rimini si è presa carico delle sorti di una concittadina sotto sfratto da parte di ACER e pare, con apparente successo, rimandato l`inconveniente che tanta pubblicità ha reso all'amministrazione a cui è stato occupato pure l'ufficio del vicesindaco. Ho letto, altresì, a fortiori e per converso che una delegazione della CGIL ha fatto visita a Casa Don Gallo, apprendendo laddove ve ne fosse stato bisogno, tuttavia con mano che non guasta mai, ancor meglio la situazione del Paese. Le vicende segnalano ed evidenziano la realtà su le quali nel breve periodo occorrerà attrezzarsi. Due fenomeni incombono prepotenti: 1. Il progressivo impoverimento delle classi meno abbienti con un vorticoso degradamento della classe media verso l'impoverimento; 2. L'immigrazione e l'integrazione delle persone extra UE. Questi i due temi assoluti che non possono trascurarsi, sebbene vengano relegati alla buona volontà estemporanea di iniziative di parte. Manca del resto non solo la comprensione dei temi, assai sottovalutati, giacché Rimini manco si è dotata di assessore con deleghe specifiche all'immigrazione e alla integrazione per un caso, per l'altro lasciata invece al solito percorso burocratizzato ed esternalizzato che, pur nel merito delle azioni intraprese, evidenzia delle criticità. Questi temi che ci parlano direttamente dell'altro e del volto, parafrasando Don Italo Mancini, ci riportano con i piedi per terra. O dovrebbero farlo, nel momento in cui superano la linea rossa che contraddistingue l'emergenza dall'ordinaria amministrazione. E allora è vero che incalza la Bolkestein, la direttiva 2006/123/UE a prescindere dai soggetti coinvolti che vedono un parterre più ampio dei cd. balneari, o la impellente necessità di opere pubbliche quali il ponte pedonale fra quello di Tiberio e dei Mille, ma invito a non rimandare ancora la necessità di predisporre risposte a le sole iniziative di parte. Si costruisca un percorso istituzionale capace di affrontare questi temi, anche andando a raschiare il barile, prima che l'indicatore a lancetta passi definitivamente nella zona rossa. Dopo la riserva, ne siate consapevoli, si rimane a piedi.
Roberto Urbinati