mercoledì 11 gennaio 2017

Tempo fa

Tempo fa incontrai Caponnetto, aveva già smesso il ruolo di Magistrato. Mi è tornato in mente il ricordo sempre vivo di quando disse a caldo, intervistato mentre saliva in auto, nell'immediatezza dell'assassinio di P. Borsellino: "È tutto finito, è tutto finito!". Un momento di comprensibile sconforto a cui fece seguire fino l'ultimo dei suoi giorni l'impegno di informare e sensibilizzare i giovani del fenomeno mafia parlando con loro nelle scuole di ogni ordine e grado, oltre che nelle Università. Oggi alla notizia del fermo dei due minorenni di Ferrara accusati di omicidio dei genitori di uno di loro, è riemerso in me quel frammento di filmato sopra citato. Lungi da me qualsiasi interessamento sulla vicenda di carattere meramente giudiziario. Come altre casi saliti in passato all'attenzione quali quello di Pietro Maso (1991), Erika e Omar (2001), anche questo se confermato deve interrogare le coscienze. Laddove la particella elementare come ritengo la famiglia, origine di ogni organizzazione collettiva, per quanto numericamente piccola, diviene il luogo e la scena di violenza efferata. Ecco nascere un crogiolo di interrogativi che è bene porsi anche dovessero rimanere inevasi. E tanto più in considerazione dell'inasprirsi di vigliacchi fenomeni di cieca violenza perpetrati sugli individui più deboli di un rapporto d'amore o considerato tale. Attacchi con acido e fuoco, quando non con altri brutali sistemi, come a voler perfino sfregiare se non cancellare l'immagine dell'altro, anche nel ricordo. Non solo il sacrificio dell'individuo colpito e brutalizzato, ma credo anche quello della collettività, sebbene piccola, che il legame amoroso aveva creato. Una recisione totale! Ragionando a ritroso: quando quella collettività creata viene a rompersi, per le ragioni più disparate, l'individuo rimasto solo retrocede a se, solo con il suo io, pare inneschi il detonatore insopportabile della violenza. Quando poi è l'amore più grande che da quella piccola collettività promana ed è generata, che sia una famiglia di fatto, matrimoniale...poco importa, il corto circuito è totale, assoluto. Per Maso il fattore scatenante furono i soldi dell'eredità, per Erika ed Omar debbo ammetterlo di non averlo ancora compreso davvero. Potrei scrivere ore e ore, ma lo spazio è terminato. Rimangono solo interrogativi, vani come il freddo e la devastazione che la benna infernale di certe notizie mi scava nel petto e forse ve ne parlo per esorcizzare paure e timori. Come Caponnetto mi verrebbe da esclamare: "È tutto finito!", ma come Egli, a dimostrazione che pensò a tutto fuorché alla resa, rispondo nell'unico modo che mi è concesso: tentando di analizzare e parlandone per non tenere tutto dentro, per condividere con l'altro, con la collettività, perché ancor più in questi casi sento la necessità di starci più vicini. Stiamoci più vicini. 
P.S. Non ho finito di scrivere che apprendo della ragazza ricoverata al Bufalini perché colpita con acido.
Roberto Urbinati