venerdì 27 gennaio 2017

La Bacchettata

Il futuro prima o poi torna. Bello, ma lo dice Renzi e nel Pd ospite a Rimini nel Tempio del Debito, in tanti (tutti) si toccheranno scaramanticamente. La Corte Costituzionale, più politicizzata della Giunta di Gnassi, ha compiuto il suo dovere agli ordini del "Topolino" più costoso. In quindici righe di comunicato ha consegnato la palla elettorale nelle mani (ferme) di Mattarella. L'ex bulletto oggi ispira un democristiano senso di tenerezza, nemmeno l'Etruria lo ricorda, passata (sembra) nella (ferma) corrente gentiloniana. La seconda orrenda repubblica, compiuti venti anni ci ha fatto ritornare al peggio della prima tanto disprezzata. Con una differenza decisiva: non ci sono più i partiti ma solo finti agglomerati d'interessi o movimenti che hanno mutuato i difetti senza copiare i (pochi) pregi. Volete una conferma: Raggi. Se la disputa è tra la Lombardi e Di Maio, caro Beppe trova un meetup che ti candidi, sei rimasto da solo. L'asse portante dell'Italicum, il ballottaggio tra i primi due partiti è stato bocciato, sono rimaste le briciole "proporzionali" e un sorteggio. Quando andremo alle urne a dispetto delle paure finanziarie che i maghetti de La Repubblica agitano al pari dei disastri borsistici per il dopo Trump, lo faremo con una robaccia rimasta dal taglia e cuci di un organo composto in gran parte da magistrati. La cosa buffa e triste è la solenne bocciatura delle scelte di una "forte" maggioranza parlamentare. Allora veniva sbandierata come uno schema leaderistico e decisionista, dopo centinaia di sedute, migliaia di emendamenti, milioni di voti, produce risultati diametralmente opposti alle sue ambizioni. Volevano un capo e una maggioranza di ferro, avranno un puzzle intricato da risolvere dopo le elezioni. Gli "specialisti" delle preferenze torneranno di moda, gli scambisti e i saltatori di professione da un partito all'altro si stanno allenando. E' giusto così, siamo un Paese governato (?) da "tutti" ex democristiani. Il ritorno al proporzionale condito con le preferenze è il nostro mandolino nazionale. Se, come pare, la legge elettorale uscita dalla Consulta sarà convalidata con aggiustamenti minimi per uniformarla al Senato, siamo nella terra di nessuno. Il Consultellum aprirà la Grande Coalizione e l'opposizione grillina fuori dalla porta. Non sarà questa la ragione per cui Grillo è tanto entusiasta? Si è stancato di fare il tutore degli imbecilli.

PS Monsignor Galantino ha "bacchettato" la politica.