mercoledì 18 gennaio 2017

Referendum: The Day After

Quando si riflette sull'impatto di una decisione politica, occorre soppesare anche gli effetti collaterali. La sconfitta del Governo precedente, nella persona di Matteo Renzi, non ha soltanto impresso un segno indelebile nell'oligarchia lobbistica che, dal livello nazionale sino a quello locale, manovra questa nazione. Il "fall-out" accessorio e radioattivo, si manifesta ora nelle tasche dei cittadini sotto forma di nazionalizzazioni bancarie in giorni di quaresima e carnevalesche diatribe con la Germania, essa stessa in anno di elezioni. Sempre oggi, veniamo a conoscenza di uno (prevedibile anche dall'oriundo Brasini) sforamento dei parametri di Bilancio pretesi dall'Unione Europea (sempre più l'interfaccia del DOS teutonico): pare infatti che l'Italia manchi l'obiettivo dello 0.6% nel rapporto Deficit/PIL, che ci indichino una correzione del 0,2% ( = 3.4 miliardi di Euro), ma alla fine non chiederanno niente (e invece ce lo chiederanno). Dunque il fallito referendum targato PD, dovrebbe aver partorito un diverso commento da parte dell'Ex premier Renzi: "Non abbiamo perso (noi/io), ma ha straperso l'Italia (noi/tutti)". Salvare MPS e accoliti fuori tempo massimo, al fine di poter condurre una campagna referendaria dolosamente elettorale, vedersi clamorosamente bocciare sui numeri di una crescita sempre più preelettorale e sempre meno attesa, ci costerà un altro lustro di ristrettezze in termini di investimenti strutturali e sociali. Quando valutiamo i nostri politici, non dobbiamo mai dimenticare l'effetto ricaduta delle loro decisioni di governo; se quest'ultime diventano poi lo sfogo di una patologia psichiatrica, a maggior ragione. 
 Montalbano