mercoledì 25 gennaio 2012

Comunicato Legambiente

Traffico veicolare e riscaldamento degli edifici portano il livello di inquinamento sopra i limiti e le amministrazioni locali sono tenute a prendere i provvedimenti necessari per tutelare la salute dei cittadini e riportare la situazione nella norma. Rimini ne ha pieni i polmoni!! Il problema, ormai cronico, continua ad essere sottovalutato e non affrontato in modo deciso ed efficace. Legambiente ha presentato la scorsa settimana il Dossier Mal’Aria 2012, con i dati sulla qualità dell’aria dei capoluoghi di provincia italiani, ed approfondimenti degli effetti sulla salute di quella che per il 2011 si è rivelata un’emergenza sanitaria. A Rimini, così come in tutta l’Emilia Romagna, la situazione nel 2011 è stata tutt’altro che rosea: le tre centraline hanno ampiamente superato il limite stabilito per legge di 35 giorni di sforamento all’anno del limite di PM10. Con l’azzeramento del contatore a partire dal primo gennaio 2012, la situazione non sembra migliorare: sono da più di 10 giorni che vengono continuamente superati i limiti La situazione è peggiorata in modo drammatico. Da un anno all'altro abbiamo avuto quasi un mese e mezzo in più di aria irrespirabile!Dal 2009 al 2011 a Rimini c’è stata un’impennata del numero di sforamenti registrati dalle nostre centraline. Per quella di Via Flaminia si è passati dai 29 superamenti del limite di protezione della salute umana nel 2009 ai 72 del 2011! Sicuramente la centralina peggiore non è indicativa della qualità media dell'aria di tutto il perimetro urbano, ma riporta la situazione più critica di cui gli amministratori locali e gli abitanti devono essere a conoscenza e di cui devono tenere conto. Con questo ritmo, in assenza di politiche serie e di un programma di emergenza si assiste inermi ad un vero e proprio attentato alla salute dei cittadini che si evidenzia in modo immediato soprattutto nelle fasce deboli (bambini, anziani ecc..) ma che comunque incide alla lunga su tutti indistintamente come è stato ampiamente provato. Infatti il legame tra inquinamento atmosferico e peggioramento delle condizioni di salute degli abitanti delle città è stato ribadito oramai da molti studi. Se si intervenisse solamente sul PM10 abbassandone la concentrazione in aria sotto i 20 μg/m3, come da indicazioni OMS, si potrebbero salvare 227 vite l’anno e 579 ricoveri in ospedale. E ancora non viene monitorato il temuto il PM2,5, ovvero le polveri il cui diametro è inferiore a 2,5 μm e che, a causa di queste piccole dimensioni, rappresentano la parte più pericolosa delle polveri. Solo dal prossimo anno saranno disponibili le prime valutazioni sulla quantità di polveri ultrafini nell'aria che respiriamo ma andando avanti di questo passo c’è da credere che non avremo buone notizie.Il clima meno piovoso rispetto all’anno scorso avrà sicuramente favorito il permanere degli inquinanti ma la mancanza di misure strutturali per combattere l’inquinamento e l’assenza di un “piano” di risanamento dell’aria, ovvero la mancanza di una reale terapia di cura, non hanno contribuito a guarire la situazione. Non possiamo quindi dare solo la colpa all’assenza di pioggia.Le cause dell’inquinamento atmosferico sono chiare e conosciute da tempo: prevalentemente il traffico veicolare degli edifici(non è un caso che molti degli sforamenti avvengano anche di domenica quando il flusso veicolare è sensibilmente ridotto).Ed è in questi settori che bisogna intervenire.Se da una parte l'emergenza smog deve servire a creare una sensibilizzazione verso provvedimenti incisivi perché duraturi, dall’altra si devono abbandonare provvedimenti che sono insieme poco efficaci e non duraturi nel tempo. Ovvero socialmente poco sostenibili nel tempo. Occorre applicare misure prese su area vasta e coerenti, che siano differenziate a seconda delle caratteristiche della città e dell’inquinamento. Il Sindaco continua l’Associazione,deve adattare, sia in senso restrittivo che tollerante, le disposizioni generali e intervenire subito sulla mobilità e sugli altri aspetti che potrebbero rendere più vivibile e più efficiente la nostra città, portando a compimento con coraggio una fondamentale azione “politico-psicologica pensando fattivamente alla salute dei suoi cittadini e al futuro del centro urbano di Rimini (ancora troppo lontano da quello di Friburgo!)” L’Associazione si rende poi disponibile a confrontarsi su questi temi per dare il proprio contributo e le proprie proposte, a sostenere e promuovere campagne di sensibilizzazione in tal senso.La soluzione è possibile ed urgente, richiede solo più coraggio da parte dell’Amministarzione, e più responsabilità da parte dei cittadini.Per fare una nuova Statale, però, non serve coraggio. Per far camminare, in maniera sostenibile, una città, sì. 
Legambiente Rimini