venerdì 27 gennaio 2012

Dehors


Chiamarle leziosamente Dehors è altra cosa, invece del molto riminese e volgare veranda, è già abusiva la pronuncia. Il delegato, non scelto da Gnassi, ha detto, finalmente, che un'opera per essere in regola deve avere un titolo edilizio, questo dovrebbe valere su qualsiasi terreno anche sabbioso, ma questa è un'altra storia nostrana. I Dehors a Rimini sono centinaia, secondo le nostre informazioni quelli abusivi vicino ai mille, molti locali esistono in quanto occupano con queste porzioni tamponate porzioni di superficie pubblica o demaniale. Ricadiamo sempre dove il tendone duole, nel mio (per poco) Circolo Nautico dopo avere richiesto una Dia per la realizzazione di un servizio igienico a norma, come impone l'atto concessorio, gli Uffici Comunali si sono accorti che al pari di 250 bagnini e quasi 40 chioschisti non avevamo il predetto Titulo. Il mio Circolo in attesa di un passaggio della presidenza ad un socialista gradito al Palazzo, esiste dal 1979, ha eretto la piccola sede ed il tendone con le autorizzazioni allora necessarie, in particolare quelle del Ministero della Marina rappresentato dalla Capitaneria di Porto. Non abbiamo mai richiesto nessun altro Titulo perchè nessuno ce lo ha imposto, tanto meno il Comune o prima la Regione. Abbiamo svolto per 30 anni la nostra attività, senza fini di lucro e con qualche rispettabile funzione sociale alla luce del sole, rinnovando le concessioni ed allegando lo stato di fatto. Tutti conoscevano tutto, in particolare questa strana Amministrazione era arrivata al punto di "promettere" un Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica per migliorare la situazione esistente, trattandosi di una struttura sopra uno dei famigerati scoli di merda in mare, che abbiamo abbellito, facendo scomparire la funzione primaria. Per un cesso a norma come ho già affermato ci siamo "autodenunciati" ed abbiamo demolito spontaneamente le strutture che ritenevano a cicco e spanna, dopo un confronto con gli uffici,.. abusive o meglio prive del suddetto Titulo. Il baccano ospitato dai giornali di casa e cortile, in assenza clamorosa di recensioni libere è scandaloso, si stupiscono della Città nella quale vivono, dopo averne sponsorizzato gli interpreti, nessuno che alzi il tiro e lo sguardo sulla scandalosa assenza di Piani e Norme valide per tutti i terreni, senza usare pesi e misure diverse, Demolire il Caffè delle Rose è come andare a Cortina per vedere chi evade, fa notizia, forse è un ammonimento, non ci sembra la strada migliore, anzi appare molto pericolosa se non scivolosa. Intanto la devi applicare alle centinaia, per noi migliaia di casi simili, senza avere la possibilità di discernere ragioni e necessità. L'impressione che la crisi abbia portato al pettine molto largo finora usato nel campo urbanistico, tutti i nodi e le varianti concesse senza produrre lo Strumento Principe. Siamo l'ultimo comune capoluogo orfano del Piano Strutturale che doveva essere redatto nel 2001, le ragioni sono sotto gli occhi di tutti, l'adozione avrebbe impedito la politica della variante a go go, ma ci avrebbe consegnato caro Gnassi una città migliore e meno difficile da governare.
Questa è la verità, Nud e Crud a parte.