lunedì 18 maggio 2020

Anatomia del "Decretare"

Decreto "Rilancio" : parole, parole, parole ... Per ora, solo parole. E una domanda: perchè il Decreto annunciato ancora non è arrivato sulla scrivania del Presidente della Repubblica? E un'analisi: perchè chiamarlo "Rilancio"? Le parole hanno un senso, e non ha senso chiamare così l'ultimo decreto emanato dal Governo, dato che manca di un indirizzo di politica economica che sia ispiratrice di un rilancio fattivo ed effettivo. Nel decreto emanato c'è solo spargimento a pioggia di denaro, tanti sussidi, nessun investimento, nessuna visione del futuro del Paese, nessuna progettualità a lunga scadenza. Il che rimanda ad amara realtà quando le casse saranno vuote (presto!). Non ha senso chiamare "Rilancio" una norma che rappresenta una piccola pezza per la voragine provocata dalla irresponsabile serie di DPCM emanati per l'emergenza sanitaria Covid19, irresponsabili perchè hanno obbligato gli italiani a rimanere a casa, a non produrre il reddito necessario alla sopravvivenza loro e delle loro famiglie, senza essere nella condizione di poter loro risarcire il danno economico. Che senso ha "salvare" gli italiani dal contagio Covid19 per farli poi morire di fame? Che senso ha chiamare "Rilancio" una "pezza" di 55 miliardi di euro, quando la "voragine" provocata dalla scelleratezza ammonta a una perdita di 47 miliardi di euro per ogni mese di lockdown, alla pericolosa salita al 160% del debito pubblico, a 10 milioni di italiani a rischio disoccupazione, a una previsione del PIL 2020 a - 9% (se ci andrà bene!)? Il Decreto "Rilancio" per esser davvero tale necessitava di 3 soli, semplici punti : liquidità alle aziende e alle famiglie per compensare i mancati guadagni, no a tasse e imposte fino al ritorno alle normali condizioni economico-finanziarie delle imprese e delle famiglie, abbattimento della burocrazia. Il Governo ancora una volta ha perduto l'occasione per dimostrare di avere davvero a cuore l'Italia e gli italiani. 
Milena Montebelli