venerdì 22 maggio 2020

I Revisori di Gnassi

Il giudizio negativo dell'intero Collegio dei revisori al rendiconto dell'anno 2019 del Comune di Rimini è destinato a lasciare il segno in questo ultimo scorcio della seconda legislatura di Gnassi e compagni. Di certo non può passare inosservato alla politica locale e regionale in vista di una campagna elettorale che nella prossima Primavera potrebbe diventare bollente. Molto dipenderà dall'atteggiamento delle attuali opposizioni che, se vorranno davvero qualificarsi come credibile classe dirigente per un'alternanza al governo cittadino, dovranno mostrarsi all'altezza della sfida e dunque preparate e autorevoli. Caratteristiche e qualità che a dire il vero fino ad oggi sono mancate, salvo rare occasioni. Ma questo passa il convento riminese. Il primo banco di prova di fronte a tale giudizio negativo dei revisori al bilancio comunale 2019 si presenta come un irrinunciabile invito alle opposizioni, a calcare la scena pubblica per imporsi all'attenzione degli organi dell'informazione che ora faranno fatica a volgere la penna da un'altra parte. Come purtroppo spesso accade. Innanzitutto per chiedere le dimissioni del "competente" (sic) assessore alle politiche di bilancio del Comune di Rimini, il fido amico di corsa del Sindaco, che di certo in questi anni non ha brillato di luce propria. Difficilmente praticabile la richiesta di dimissioni di un Sindaco in prossimità di scadenza di mandato; ragionevolissima invece la richiesta di cacciare da Palazzo Garampi un esecutore di indicazioni politiche da introdurre a bilancio. Credo che questo imprevisto contraccolpo all'attività amministrativa della gestione contabile del Comune di Rimini possa essere tradotto in un atto politico di sfiducia nei confronti di un'intera classe cosiddetta dirigente, aggrappata al potere locale da tanto tempo e con molti coni d'ombra che mai sono stati completamente messi in luce. Se anche la sx locale, con il PD in testa, è arrivata all'epilogo finale, forse è presto per dirlo, ma potremmo esserci vicini. Molto dipenderà dall'atteggiamento responsabile che vorranno tenere gli attori in campo: opposizioni politiche ma anche associazioni di categoria, società civile e i numerosi benpensanti, molto spesso cooptati nei vertici del potere senza mai esserne parte incidente. Intanto prendiamo atto di questa voragine, cerchiamo di farla diventare una valanga per disarcionare dagli scranni attori ormai logorati da troppi anni di gestione amministrativa, da tempo pure in carenza del reale consenso democratico. In fondo il bilancio comunale é l'atto politico per eccellenza della gestione amministrativa di ogni Comune, soprattutto se indebitato oltre misura. Vale anche per Rimini. 
Don Camillo