mercoledì 6 maggio 2020

L'Omino Beffato

Beffato è espressione del calciomercato. Di solito accostata alla Juventus quando non riesce a comperare un altro Ronaldo. Il mio blog radical, diventato però meno chic, la dedica al Pd. Circola l'ipotesi che Conte, per non sparire, faccia un partito portandosi a casa i resti grillini, con la Sarti in qualità di esperta della giustizia (sua). Piccola divagazione: ho letto che sarà la protagonista di un affollato dibattito sui mafiosi scarcerati al posto dei cittadini. Uno vale uno. Torno al Pd, La prossima fase, non ancora numerata, ma depurata dalle espressioni che ci riservano, sarà impegnativa per i Bonafede del bilancio. Occorre dire che non era mai accaduto che un governo della sinistra garantito dalla democristianeria di destra, godesse dell'ausilio del Manifesto. Cambiato il Presidente di Confindustria con un lombardo (vero) al posto di un altro piddino, gli imprenditori che non hanno portato soldi e società all'estero, sono ridiventati i vituperati "padroni". Che dire poi dell'immortale Eugenio? Raccolgono le firme come nei condomini per mantenere lo stesso amministratore giornalistico. Se il Colle finalmente facesse un segno anche con la testa leggermente spettinata, allora avremmo un esecutivo in grado di emettere due decreti con lo stesso linguaggio. Vige una conformità sfacciata. Dal barone universitario al medico di base. Il risultato delle europee ha fatto scattare l'allarme. La Paura di Salvini, li ha terrorizzati. Il virus ha concesso forme di autoritarismo cilene. Cercano di occupare tutti gli spazi. Perfino lo sport, inteso solo come industria del calcio, dopo 20 anni di indiscussa egemonia dello spilungone del Coni, sta sopportando l'incapacità dell'altro Bonafede in calzoncini. La piattaforma non ha sbagliato un colpo. Non vi lamentate di Croatti, almeno lui copia ed incolla silenziosamente. Non credo sia in atto un'innamoramento virale per un bell'uomo venuto dal vaticano. La casta dei garantiti, si è sempre trincerata, prima dietro al Pci, convinti di educarlo, oggi più volgarmente per mero interesse, dietro al Nobel..Zingaretti. I sindacati pur contando niente, sembrano ancora vivi, come ardimentosi difensori delle buonuscite. Eugenio Scalfari su Repubblica, si domanda senza un filo d’ironia (scusabile) se «il nostro Giuseppe Conte ci ricorda Cavour e Garibaldi». Due governi con finalità e protagonisti opposti. A me ricorda ...la pubblicità Michelin.