Premetto che mi occupo "da sempre" di gestione di opere infrastrutturali " e la sicurezza del lavoro " è sempre (dal 1997 almeno), parte della attività.
Da tempo leggo ed assimilo le circolari che vengono emanate (ultima quella dell'ANCE del 30 aprile - molto chiara) e cerco di discernere i concetti dalle frasi fumose.
Anch'io leggendo il dott. Nardi mi sono detto: qualcosa non torna; Poi leggendo il dott. Gattinoni mi è stato più chiaro.
Sono sbalordito nel leggere quali sono le precauzioni ordinate dal Ministro della Salute per viaggiare in treno: le carrozze devono ricevere una disinfezione al giorno!
La mia semplice obiezione è stata di evitare il treno al ritorno, mentre la mattina non c’è problema.
Cioè il treno regionale che prendo a Rimini per andare nella direttrice Ancona Piacenza alle ore 7 è ben trattato e salvaguardia la utenza; ma al ritorno (ad esempio alle 14 da Modena) quali sono le condizioni igieniche nello stesso treno? Non dovrebbe essere sanificato all’inizio di ogni tratta ? L'utenza deve essere invogliata a prendere il treno; ma in questa maniera la mia impressione è che il virus che ora è stato fermato / attenuato, si ripresenterà; e speriamo che il “ DIO SOLE “ ci aiuti con incremento di temperatura a fare si che il virus per un po’ vada in vacanza.
Le stesse specifiche sono valide per i vagoni delle metropolitane, gli autobus.
La direttiva regionale che “ si accontenta “ di una sanificazione al giorno dei treni, ma non consente la passeggiata in spiaggia mi sembra troppo figlia della politica e poco del buon senso.
Da un confronto fra linee di flusso, siano esse di acqua, di elettricità o di trasmissione di virus, sorgono alcuni dubbi, ovvero certezze.
In un acquedotto se voglio interrompere o limitare il flusso dell’acqua che arrivi rubinetti finali devo intervenire sulla condotta principale chiudendo la valvola di linea; lo stesso in una rete elettrica.
Per fermare o rallentare il virus cosa mi viene in mente di fare: agisco sulle linee principali di flusso che coincidono con i mezzi di massa: treni, aerei, bus ed auto.
Seguendo questo concetto la prima cosa fatta (in ritardo) è stata di fermare treni ed aerei.
E così si è rallentato il trasferimento da città a città del contagio che infatti vediamo molto rallentato nel trasferimento verso sud.
Rimini si è trovata in condizione critica per motivi concomitanti che hanno amplificato i fenomeni ed è diventata per fatti contingenti zona “quasi rossa“.
La popolazione della costa romagnola è abituata nel periodo gennaio – febbraio a viaggiare ed al contempo riceve visitatori essendo periodo fieristico. Amici miei si sono trovati positivi dopo un periodo in montagna; il primo contagiato nel riminese è stato in Valconca ed era reduce da un viaggio internazionale.
Annotazione: siamo sicuri che in ottobre verranno a Rimini gli Alpini?
Fabio1949
Fabio1949