lunedì 24 novembre 2014

Gli astenuti

Il dato più eclatante di queste elezioni regionali è stato l’astensionismo. E sticazzi?! Direbbero a Roma. Abbiamo un neo Presidente della Regione, dei consiglieri eletti, tra poco pure una Giunta regolarmente nominata e tutto marcerà come al solito. Ci saranno i bilanci da approvare, i milioni di euro da spendere sui territori, gli stipendi dorati, i rimborsi delle spese più o meno pazze e tutto il corollario d’ordinanza. Quindi, cari amici astenuti, che segnale pensate di aver mandato con la vostra assenza dalle urne? Astenersi dal voto è un inutile capriccio che non solo non modifica le esultanze dei partiti sulle percentuali, ma rende loro la vita meno difficile, poiché è più facile controllare un corpo elettorale risicato, piuttosto che convincere le masse con programmi e candidati. Anche con la vostra astensione c’è lo stesso chi decide per voi, vi impone tasse e gestisce i servizi che scandiscono la vostra vita. L’unico risultato che avete ottenuto è quello di non aver contribuito a cambiare le cose, magari votando il più brutto, il più rompicoglioni o il più folkloristico. Non mi dilungo con il pistolotto demagogico su quelli che hanno combattuto e sono morti per garantirci il diritto di voto: sono aspetti ideali che, cinicamente, poco hanno a che vedere con il momento che stiamo vivendo. Vi dico solo che tra due settimane nessuno si ricorderà più di voi e della vostra rappresaglia senza risultati concreti, ma voi sarete sempre allo stesso posto a lamentarvi delle cose che non funzionano come dovrebbero e ad inveire contro quei politici che, anche grazie al vostro non voto, sono ancora lì.